Fusione tra due stelle di neutroni: GW190425, emergono nuovi dettagli
Fusione tra due stelle di neutroni: GW190425, emergono nuovi dettagli riguardanti il fenomeno. Siamo difronte ad una svolta come nel caso della “Kilonova”?
Dell’evento inizialmente chiamato S190425z – probabilmente dovuto alla fusione di due stelle di neutroni – si parlo già una settimana dopo la sua rivelazione in un comunicato stampa congiunto. Ora però sono emersi nuovi dettagli legati alla presentazione dell’articolo pubblicato su Astrophisical Journal con in allegato immagini, filmati e simulazioni numeriche accurate prodotte dal consorzio Virgo ed oggi conosciamo l’evento, o meglio, il segnale prodotto dall’evento col nome di GW190425.
Stelle di neutroni: cosa successe con GW190425
Si trattava di un segnale con una bassissima probabilità di essere legato ad una fluttuazione statica del rumore. Tuttavia, essendo stato osservato, al momento della scoperta, con sole due antenne (Livingston e Virgo) la collocazione della sorgente del segnale era molto incerta: si trattava di un area 300 volte più grande rispetto a GW170817 “Kilonova”, un altro segnale dovuto probabilmente ad un’evento analogo. Ciò non ne agevolò di sicuro la cattura di eventuali controparti elettromagnetiche, così come la rilevazione di neutrini o raggi cosmici. Nel caso di GW170817 infatti, nel 2017, la scoperta e lo studio del segnale segnò la nascita dell’astrofisica multimessaggera, ma che purtroppo rimase un caso isolato tra altri 40 segnali simili catturati da allora.
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Fusione di due stelle di neutroni o merging di buchi neri?
Il meccanismo di produzione del segnale GW190425 non è ancora del tutto certo: la spiegazione più plausibile rimane quella della fusione tra due stelle di neutroni, ma non si esclude la possibilità che il “merging” possa riguardare invece due buchi neri di massa poco più alta del sole; è stato stimato che la massa totale del sistema che successivamente si è fuso fosse tra le 3,3 e le 3,4 masse solari quindi i due corpi avevano rispettivamente masse di 1,55 e 1,75.
Il commento di Alessandro Nagar (INFN)
Alessandro Nagar dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Torino (INFN) aggiunge: “Dopo la sorpresa dei primi risultati abbiamo infine raggiunto una buona comprensione di questo evento. Anche se previsti a livello teorico, sistemi binari massicci come quello che ha originato GW190425 potrebbero essere invisibili alle osservazioni elettromagnetiche.” e ci tiene a concludere: “Anche se non abbiamo osservato l’oggetto che si è formato dopo la fusione, le nostre simulazioni al computer basate sulla relatività generale che ci indicano la probabilità che si sia formato un buco nero sono circa il 96% di esse”.
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