Pensioni ultima ora: Quota 100 e Fornero, le tre proposte di cambio

Pensioni ultima ora: proposte del prof. Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali per superare le criticità previdenziali.

dettaglio di un ufficio ad altezza scrivania, sullo sfondo pc e sedia
Pensioni ultima ora: Quota 100 e Fornero, le tre proposte di cambio

Pensioni ultima ora – La temporaneità di Quota 100, misura che ricordiamo sarà valida sino al 31 dicembre 2021, in virtù della durata fissata per il triennio 2019-2021 e la volontà dichiarata anche dal governo Conte bis di superare l’impostazione della riforma Fornero con una nuova riforma previdenziale strutturale stimola il dibattito. Qui le parole dell’ex ministro Elsa Fornero sull’eventuale prosieguo della sperimentazione di Quota 100.

Pensioni ultima ora, le idee dell’economista Alberto Brambilla

Dalle colonne del Corriere della Sera si registra l’intervento dell’economista Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. Come primo aspetto l’esperto previdenziale si concentra sulla spaccatura della platea di lavoratori. Scrive Brambilla «da un lato i “protetti” cioè i retributivi e misti che pur con i limiti di rigidità sopra elencati hanno due vie d’uscita per la pensione: età e anzianità; inoltre beneficiano, in caso di pensioni modeste dell’integrazione al minimo o della maggiorazione sociale di cui oggi godono quasi 5 milioni di pensionati; dall’altro i contributivi puri che possono andare in pensione a 64 anni di età e 20 di contributi ma devono aver maturato una pensione che a valori attuali è pari a 1.300 euro».

Prima proposta del prof. Brambilla

Ecco la prima delle sue tre proposte. «Occorre prevedere le stesse regole e le stesse protezioni per le due platee di lavoratori il che significa regole uguali ed estensione dell’integrazione al minimo anche ai contributivi cioè a quelli che oggi con i loro contributi finanziano gli assegni degli attuali pensionati». Una proposta che lo stesso economista riconosce essere costosa ma aggiunge che viene in soccorso il «fattore tempo».

«In prospettiva cioè dal 2036, data in cui inizieranno a pensionarsi i contributivi puri, ha certamente un costo sia per l’introduzione dell’integrazione al minimo (eliminata dalla riforma Dini), sia per l’anticipo del pensionamento equiparato agli altri lavoratori. Abbiamo però un grande vantaggio: il tempo».

Proposte previdenziali: maggiore flessibilità e blocco anzianità contributiva

Pensioni ultima ora – La seconda proposta che avanza Brambilla «riguarda la flessibilità in uscita che si ottiene in due modalità: anzitutto ripristinando la flessibilità prevista dalla riforma Dini/Treu, per tutti i lavoratori prevedendo l’accesso alla pensione a 64 anni di età, adeguata alla speranza di vita e 37/38 anni di contributi (quota 101/102 adeguata), con non più di due o tre anni di contribuzione figurativa per premiare il lavoro (nei figurativi sono escluse maternità e contribuzioni volontarie); chi vuole potrà lavorare, con il consenso del datore di lavoro se dipendente, fino a 71 anni e tra i 66 e i 71 anni potrebbe scattare il super bonus contributivo (contributi netti in busta paga quindi più 40/50% del reddito netto). La seconda modalità di uscita è costituita dai fondi di solidarietà»

Infine come terza proposta il professor Alberto Brambilla propone «il blocco dell’anzianità contributiva a 42 anni e 10 mesi per i maschi e un anno in meno per le femmine, eliminando l’adeguamento alla speranza di vita».

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