Microchip gatti 2020 obbligatorio: cosa cambia e quanto costa
Microchip gatti obbligatorio in Lombardia dal 1° gennaio 2020. A cosa serve e soprattutto come funziona la misura introdotta dalla Regione.
Microchip gatti obbligatorio in Lombardia, su disposizione della Regione e in conseguenza di quanto previsto con il Piano regionale integrato sulla sanità veterinaria. L’obbligatorietà del microchip per i felini è in vigore dal 1° gennaio 2020. La novità è valida sui gatti appena nati, comprati e adottati. In questo nostro articolo abbiamo parlato tempo fa del microchip obbligatorio per i cani.
Microchip gatti obbligatorio, la finalità ed il costo
La finalità dell’azione intrapresa dalla Lombardia è simile a quella valida per i cani. Infatti con la misura si intende combattere il randagismo felino, oltre ad aumentare la sicurezza dei padroni che in caso di smarrimento hanno uno strumento in più per ritrovare il loro animale. C’è da specificare che il microchip deve essere installato dal veterinario. Va inserito sotto pelle – di solito tra il collo e la spalla sinistra – con un’apposita siringa. Spesso l’operazione avviene in concomitanza con la sterilizzazione. Il microchip non ha valore retroattivo ed ha un costo che si aggira mediamente tra i 30 ed i 50 euro.
Come funziona
Microchip gatti obbligatorio – La Lombardia è la prima regione ad aver introdotto l’obbligatorietà ma è possibile che altre regioni decidano di seguire l’esempio lombardo. Sinora il circuito integrato sottocutaneo era facoltativo. Come ancora lo è nelle altre regioni. L’obbligatorietà scatta per gli esemplari con passaporto affinché possano andare all’estero. Tornando alla Lombardia, una volta destinato il microchip all’animale è assegnato un codice univoco che è collegato al proprietario in una banca dati in possesso della stessa Regione Lombardia.
Soddisfazione è stata espressa, come riporta il Corriere della Sera, da Francesco Orifici, dell’Anmvi e della Consulta regionale lombarda contro il randagismo: «La norma non avrà valore retroattivo, saranno i padroni a decidere se microcippare o no i loro animali già presenti al 1° gennaio prossimo. Abbiamo voluto favorire una tendenza culturale, non punitiva».
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