Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni sarebbero divisi da un solo punto. A poco più di due settimane dal voto in Emilia Romagna, il governatore uscente Stefano Bonaccini, sostenuto dal centrosinistra, raccoglie il 44% dei consensi contro il 43% della candidata di centrodestra. Stefano Benini del Movimento 5 Stelle è fermo al 7,5% mentre gli altri candidati tutti insieme ottengono il 5,5%. Molto alta la quota di astenuti e incerti (41,5%). Il che fa presagire che tutto si deciderà negli ultimi giorni di campagna elettorale. Sono questi i dati raccolti dai sondaggi elettorali Tecnè elaborati per l’Agenzia Dire tra il 30 e il 31 dicembre 2019.
Dal sondaggio emerge chiaramente come per gli elettori emiliano romagnoli il sostegno dei leader nazionali sia un vantaggio soprattutto per Lucia Borgonzoni. La campagna battente, casa per casa, di Salvini sta infatti tirando la volata alla candidata di centrodestra, accusata da Bonaccini di essere un fantasma. Il governatore, invece, vive una situazione opposta. Le apparizioni in regione dei big del Pd sono state rare. “Bonaccini ha tolto il Pd dai suoi manifesti, probabilmente si vergogna” ha sentenziato il leader della Lega. Una mossa probabilmente studiata quella del governatore uscente. Per il 37% degli elettori, infatti, la presenza di leader nazionali a sostegno di Bonaccini, rappresenterebbe uno svantaggio per il candidato del centrosinistra.
Che però può giocare a suo favore la carta del gradimento tra la popolazione emiliana. Secondo i sondaggi elettorali Tecnè, l’indice di soddisfazione per la qualità della vita nella regione è molto alto (72% di voti positivi).
Per quanto riguarda le priorità da risolvere, i cittadini mettono al primo posto la mancanza e la precarietà del lavoro (37%), seguito dalle tasse tropo elevate (22%), gli stipendi e le pensioni troppo basse (13%), crisi economica (9%), inefficienza della politica (4%), sicurezza personale (3%), inefficienza della Pubblica amministrazione (3%), immigrazione (2%), inefficienza del sistema sanitario (2%).
L’analisi finale è affidata a Carlo Buttaroni, presidente e direttore scientifico dell’istituto Tecnè: “Quel che emerge è la grande incertezza delle risposte il 26 gennaio ci saranno molti astenuti come ce ne furono nelle precedenti elezioni ma ad essere alta è anche la percentuale di coloro che non sono sicuri e sarebbero ancora disposti a cambiare voto”. Sulla campagna elettorale, continua Buttaroni, “avrà un peso anche il terreno su cui si deciderà di giocare la partita, che finora è ancorata troppo su temi nazionali e poco locali”.
Sondaggi elettorali Tecnè: nota metodologica
Campione di 1.000 casi, rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in emilia romagna, articolato per sesso, età, provincia Estensione territoriale: intero territorio regionale
Interviste effettuate il 30-31 dicembre 2019 con metodo Cati – Cawi
Totale contatti: 4.819 (100%) rispondenti: 1.000 (20,8%) rifiuti/sostituzioni: 3.819 (79,2%)
Margine di errore +-3,1%
Soggetto che ha realizzato il sondaggio: Tecnè srl
Committente: Agenzia Dire
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