Google ha dedicato il Doodle di oggi, venerdì 10 gennaio 2020, a Vicente Huidobro, poeta cileno e ideatore del creazionismo poetico. Mountain View ha voluto omaggiare l’artista sudamericano, celebrandone il 127° anniversario dalla nascita. Andiamo a vedere chi era Vicente Huidobro e perché è stato così importante per la poesia cilena e mondiale.
Chi era Vicente Huidobro
Vicente Garcia-Huidobro Fernandez nasce a Santiago del Cile il 10 gennaio 1893 e muore a Cartagena il 2 gennaio 1948. Nasce in un ambiente già maturo culturalmente, dove ferventi sono le tensioni del periodo: la madre di Vicente, ad esempio, è un’attivista femminista convinta. Si trasferisce in europa per alcuni anni, poi torna nel suo Paese natìo, dove si iscrive all’Università del Cile, alla facoltà di Lettere. Insieme a Neruda, Mistral e De Rokha, Huidobro è considerato uno dei 4 poeti più importanti del Cile. La sua attività letteraria inizia nel 1911, con la pubblicazione di Ecos del Alma, mentre nel 1912 dirige la rivista Musa Joven, che ospiterà molte composizioni poetiche che poi faranno parte del libro Canciones en la noche.
Tra pubblicazioni e direzioni di riviste non mancano neppure le conferenze. Lì dove Huidobro tiene vivo il dibattito culturale, inizialmente infuocando gli animi religiosi, soprattutto dei gesuiti. Prima di compiere 21 anni, oltre a Canciones, pubblica anche La gruta del silencio, Las pagodas ocultas e Pasando y pasando. Quando ha 24 anni pubblica Horizon Carré, quindi torna in Europa, dove scrive altre raccolte poetiche. Dopo aver partecipato alla sceneggiatura del film Cagliostro nel 1923, tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, Huidobro dà sfogo al suo ideale del creazionismo poetico, pubblicando Hazana, Los Libros Altazor ed Emblor de cielo.
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Vicente Huidobro e il creazionismo poetico
Ma cos’è il creazionismo? Cos’è la “poesia creata”? Come scritto nei suoi Manifesti del 1925, Huidobro la definisce una “poesia nella quale ogni parte che la costituisce, e tutto l’insieme, mostra un fatto nuovo, indipendente dal mondo esterno, slegato da qualunque altra realtà che non sia la propria, che prende il suo posto nel mondo come fenomeno singolo, a parte, distinto dagli altri”. Una poesia, insomma, “che non può esistere se non nella testa del poeta”. Una poesia che è “bella in sé e non ammette termini di comparazione”, che è capace di creare “situazioni straordinarie che non potranno mai esistere nel mondo oggettivo, per cui dovranno esistere nella poesia perché esistano da qualche parte”. L’esempio esplicito è quello di una frase come “l’uccello fa il nido nell’arcobaleno”, che non descrive una realtà oggettiva, una cosa che un giorno vedremo, ma una cosa che un giorno forse ci piacerebbe ammirare, ma che può esistere solo nella poesia.
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La militanza antifascista e la morte
Dopo una parentesi in Italia, all’inizio degli anni Trenta torna in Cile ed entra a far parte del Partito Comunista cileno, mentre successivamente partecipa alla guerra civile spagnola combattendo contro i franchisti. Viene colpito da un ictus nel 1947 e muore a Cartagena, città dove avrebbe dovuto trasferirsi con la moglie, il 2 gennaio 1948.
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