Qaboos bin Said Al Said è morto: chi era il sultano dell’Oman
Qaboos bin Said Al Said è morto: chi era il sultano dell’Oman. Dopo essersi formato nel Regno Unito, Qaboos arriva al potere grazie all’aiuto dei britannici
In uno scenario più che mai rovente, il Medio Oriente perde un attore silenzioso ma conciliatore: parliamo di Qaboos bin Said Al Said, sultano del piccolo Stato dell’Oman. Ecco chi fu il sultano (che governò sull’Oman per 50 anni) di uno degli Stati più stabili dell’intera regione.
Un sultanato non convenzionale
Qaboos (nato il 18 novembre del 1940) successe a suo padre Said Bin Taimur grazie ad un golpe di Stato, orchestrato con la complicità dei britannici. Qaboos, educatosi nel Regno Unito, fu visto come una minaccia (evidentemente, non senza una certa ragione) dal padre Said. Considerata l’epoca in cui avvenne il colpo di Stato (parliamo del 1970), i britannici avevano tutto l’interesse nel portare una personalità fidata alla guida di uno Stato sì piccolo, ma dall’alto valore geostrategico.
Nonostante l’assenza di un assetto democratico, il sultano Qaboos bin Said Al Said riuscì a dare non solo stabilità al Paese, ma anche un forte slancio infrastrutturale. Fino alla deposizione di Said Bin Taimur, l’Oman era pressoché sprovvisto di reti stradali e autostradali. Qaboos investì i proventi derivati dai giacimenti petroliferi per procedere a profonde opere di ammodernamento. Sul piano diplomatico, Qaboos bis Said Al Said fu capace di dialogare con tutti gli attori politici (anche contrapposti). Il sultano dell’Oman, pur rimanendo nell’ombra, lavorò attivamente alla risoluzione del conflitto tra Israele ed Egitto e, in generale, operò come agente mediatore in Medio Oriente.
Le capacità del sultano Qaboos si riaffermarono anche in occasione della primavera araba: l’Oman, di fatti, fu tra i Paesi con minor livello di tensione sociale e politica.
L’eredità di Qaboos bin Said Al Said e le sfide del futuro
Qaboos lascia un Paese politicamente stabile, dove la politica di terzietà rischia di essere messa in discussione a causa dell’inasprimento dei conflitti nella penisola arabica e oltre. In ordine sparso citiamo:
1) Il rinnovato conflitto tra Iran e USA;
2) La guerra fredda tra Qatar ed Emirati Arabi Uniti;
3) Le tensioni latenti, mai risolte, tra Israele e i Paesi arabi;
4) Le nuove rotte commerciali che passeranno dal golfo persico, con l’Oman più vicino che mai alla Cina per mezzo del gran progetto della nuova via della Seta.
Tra le maggiori sfide che dovrà affrontare il nuovo sultano, Haitham bin Tariq Al Said, vi è la ricerca di un nuovo modello economico e produttivo che renda indipendente il Paese dagli idrocarburi (principale risorsa economica e commerciale del piccolo Stato dell’Oman).
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