Carta di credito: incasso titoli con documento identità falso, la truffa

Truffe con carta di credito, i criminali incassavano titoli e rimborsi Irpef esibendo documenti falsi. Ecco come funzionava la truffa.

Carte di credito
Carta di credito: incasso titoli con documento identità falso, la truffa

Le truffe possono colpire la carta di credito, il conto corrente, ma anche gli assegni e i rimborsi Irpef, così come i vaglia. Ed è proprio su questi ultimi elementi che un gruppo di malviventi che si muoveva nell’asse Roma-Napoli ha agito. Le indagini dei Carabinieri di Roma, iniziate nel 2017, hanno sconfinato fino in Ciociaria e condotto all’arresto di 11 persone. Protagonista sul quale vige un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari spicca Giuseppe De Santis, noto anche come Pino Il Vecchio o Maradona, uomo di 77 anni residente a Ciampino ma originario di Patrica, in provincia di Frosinone: corrisponde a lui l’identikit dell’organizzatore dell’associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Carta di credito e titoli di credito: come funziona la truffa

La truffa consisteva nell’incasso di assegni, vaglia e rimborsi Irpef tramite l’esibizione di documenti falsi. Come spiega Il Messaggero, le indagini dei Carabinieri sono iniziate nel 2017 dopo un arresto effettuato dai carabinieri di Roma-Quadraro. “In quell’occasione”, illustra il quotidiano romano, “un uomo si presentò in un ufficio postale di un quartiere romano e, munito di documenti falsi, cercò di incassare un vaglia da 92 mila euro risultato poi clonato”. Da qui è partita un’attività di indagine che ha scoperto una rete di truffe organizzata sull’asse Roma-Napoli finalizzata all’indebita riscossione di titoli di credito.

Stando alle indagini degli investigatori, De Santis e altri due romani si occupavano di trovare i titoli e i documenti contraffatti, per poi identificare le cosiddette “postazioni”, ovvero gli uffici postali e degli istituti di credito nei quali i truffatori aprivano il conto, versavano gli importi e infine lo svuotavano. Oltre agli attori principali del gruppo, alle truffe partecipavano anche i “cavallini”, ovvero soggetti terzi ingaggiati appositamente per andare a riscuotere titoli di credito (magari laddove vi erano determinate condizioni di genere o di età da rispettare) e su cui poi guadagnavano una percentuale.

Come riporta sempre Il Messaggero, durante le indagini “sono stati presentati all’incasso titoli per oltre 500 mila euro, il cui esito non sempre è andato a buon fine grazie all’intervento preventivo dei carabinieri”, le cui indagini erano già a buon punto prima della conclusione che ha portato all’arresto di 11 persone.

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