Pensioni ultima ora: una variabile fondamentale della pensione è l’età. L’aspirazione di chi lavora è di poter godere della pensione senza dover aspettare di diventare troppo “vecchio”. Allo stesso tempo il sistema pensionistico si basa sull’equilibrio tra quanti sono i lavoratori attivi che versano i contributi e quanti sono i pensionati che ricevono la pensione. Un sistema che negli ultimi decenni, complice una forte congiuntura economica internazionale, ha iniziato a destare allarme proprio per i rischi sui conti pubblici. Infatti con la riforma Fornero, approvata nel 2011, c’è stato un intervento legislativo per rendere meno larghe le maglie di accesso all’età pensionabile
Pensioni ultima ora, Quota 100 misura temporanea per il periodo 2019-2021
A distanza di qualche anno, anche a fronte della costante spinta sociale-sindacale e politica, il Governo Conte nel corso del 2019 ha approvato Quota 100 per dare la possibilità a determinate condizioni di anticipare l’uscita dal lavoro. Infatti con 62 anni e 38 anni di contributi versati, Quota 100 consente ai lavoratori di andare in pensione con 5 anni di anticipo rispetto all’età pensionabile. Ma c’è da aggiungere che si tratta di una misura provvisoria in vigore per il triennio 2019-2021.
Pensioni ultima ora, il futuro
La domanda che molti si pongono è dunque: cosa accadrà dopo Quota 100? In assenza di nuovi interventi legislativi, di cui pure già si parla, tornerebbe come strada principale l’età pensionabile a 67 anni? Molto probabilmente si. Inoltre è opportuno ricordare che il termine della pensione di vecchiaia è suscettibile di modifiche in base ai criteri fissati per l’aggiornamento dell’aspettativa di vita. Quindi è un parametro che potrebbe eventualmente slittare anche oltre i 67 anni.
È anche importante capire quale sarà il destino di altri strumenti, come ad esempio Opzione donna, grazie ai quali alcune fasce di lavoratrici hanno avuto e stanno avendo la possibilità di andare in anticipo rispetto all’età pensionabile.
Che ne sarà di Quota 100 dal 2022?
Pensioni ultima ora – Al momento non vi è nessuna certezza. Ma non mancano le ipotesi sul tavolo. Alcuni esempi? C’è chi ritiene che l’unica opzione valida, per il dopo Quota 100, sia Quota 41. Ovvero consentire a chiunque abbia versato 41 anni di contributi di andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Un’altra strada prospettata pubblicamente dall’attuale presidente dell’Inps Pasquale Tridico prevede di applicare un principio di età pensionabile determinata da “un sistema di coefficienti che tengano conto appunto della gravosità del lavoro”.
Non mancano soluzioni intermedie come potrebbe essere Quota 102. Quindi passare dalla formula attualmente in vigore con Quota 100, dei 62 anni di età e 38 di contributi versati, ai 64 anni di età con 38 anni di contributi versati. Certamente, per evitare il cosiddetto, scalone, entro la scadenza naturale di Quota 100 il governo Conte bis è chiamato a decidere quale direzione intraprendere.
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