TP intervista Luigi De Magistris

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 alle 12:00 Autore: Gianluca Borrelli
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TP intervista Luigi De Magistris

 

TP intervista Luigi De Magistris

Sabato 12 dicembre abbiamo intervistato Luigi De Magistris, ex magistrato ed europarlamentare dell’Italia dei valori

 

eletto presidente della commissione Controllo di bilancio al Parlamento europeo.

 

[ad]Con lui abbiamo parlato, oltre che della sua attività in Europa, di No B. Day, del congresso di Idv, del rapporto tra magistratura e politica e dei rapporti tra mafia e politica. A BREVE IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVISTA

Onorevole De Magistris, come valuta il No B. Day, quale ruolo può avere il “popolo viola” ed è d’accordo con chi dice che simili manifestazioni possono aiutare Berlusconi? E se no, perché?

Io sono un grande fautore del No B. Day, sono stato tra i primi anche all’interno di IdV, e non solo. Quest’estate ho scritto di questo; sono convinto che noi sconfiggeremo Berlusconi, ma anche il berlusconismo e il disegno autoritario che è in atto nel Paese se mettiamo insieme un patto forte tra chi assume un ruolo di rappresentanza politica istituzionale e la democrazia partecipativa, il popolo, le masse. Questi movimenti sono fondamentali, non solo perché esercitano una pressione positiva sul mondo della politica, ma perché sono il luogo principale della politica. Quando in passato accusavano le manifestazioni di Grillo di essere l’antipolitica, cioè una manifestazione che riempì una piazza come quella di Torino che era stracolma (nessun partito oggi riesce a riempirne una così), quella è politica. Ovviamente la politica non si fa solo così, perché poi si deve incanalare nei luoghi istituzionali e di rappresentanza: ma è così che nasce. Il No B. Day è stata una grande manifestazione pacifica, di resistenza, di opposizione; credo abbia un futuro politico non nel senso che il No B. Day sarà un nuovo partito, perché lì c’erano non solo persone senza una particolare idea politica e non appartenenti a partiti, ma anche molte persone di partito, c’eravamo noi di Idv, c’era il popolo di Rifondazione, il popolo di Sinistra e libertà, i movimenti cattolici e laici, quelli nati in rete; secondo me quello è un grande laboratorio politico che io vedo non come punto di partenza perché su quello noi stiamo già lavorando, ma come uno dei passaggi attraverso cui passa la costruzione di un’alternativa di governo. Secondo me il Pd ha fatto un errore politico – o meglio, la nomenklatura del Pd, perché poi una parte del Pd c’era, il popolo ed alcuni dirigenti. Ma non un errore politico involontario; cioè non hanno partecipato non perché siano “sprovveduti”; ma un errore voluto, nel senso che hanno un’idea diversa di intendere l’alternativa di governo; però anche là vedo che c’è un dibattito aperto perché ho visto anche esponenti del Pd presenti.

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L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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