TP intervista Luigi De Magistris

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 alle 12:00 Autore: Gianluca Borrelli
corte dei conti dichiara fallimento comune di napoli

Passiamo adesso all’Europa: con l’approvazione del Trattato di Lisbona la politica europea diventa in qualche modo più forte, anche nelle scelte dei singoli paesi: a livello di Parlamento europeo, quali margini sussistono per un’attività di controllo sull’attività legislativa dei singoli stati? E come si sta svolgendo il suo lavoro nella commissione di controllo di bilancio comunitario?

[ad]La commissione di controllo sul bilancio sta lavorando alacremente, in un’ottica di trasparenza, di correttezza e di legalità nella gestione dei fondi pubblici. Noi abbiamo diverse competenze: la principale è quella di verificare come i soldi vengono spesi non solo dalle istituzioni europee, quindi i bilanci dei vari organi (Consiglio, Commissione, agenzie varie, eccetera) ma poi verificare come gli stati spendono i soldi, in particolare i Fondi Strutturali che vengono inviati in quantità enormi, miliardi di euro. Verificare se ci sono state frodi, verificare le irregolarità, il tipo di irregolrità, se si tratta di errori, di colpa, di incapacità o di dolo. E facciamo anche un altro tipo di valutazione politica, cioè il rapporto costo/benefici di un’opera pubblica: cioè un’opera pubblica finanziata dall’UE potrebbe anche essere realizzata ma risultare poi inutile. Puoi anche finanziare un’autostrada e farla veramente, però magari la fai in una campagna dove passano al massimo cinque automobili, se vai a vedere quanto hai speso non ti conviene. Questo è, dal punto di vista politico, il discorso dei fondi pubblici, perché i fondi pubblici dovrebbero soprattuto creare svuluppo economico, tutelare l’ambiente, creare lavoro, e non invece clientele, “imprenditori di fondi pubblici” e quant’altro. Su questo noi possiamo avere un ruolo non solo ex post, cioè di intervenire sul momento patologico, ma dando contezza del fatto che noi possiamo avere una funzione preventiva. Il Trattato di Lisbona, sul quale si potrebbe discutere a lungo a proposito delle luci e delle ombre, dal punto di vista del ruolo del Parlamento lo accresce notevolmente. Questo è importante perché fino ad adesso il peso fortissimo l’hanno avuto i governi in Europa, perché il Parlamento europeo aveva solo poteri molto limitati. Invece adesso passiamo in una fase di codecisione col Consiglio in materie fondamentali come il bilancio, giustizia e sicurezza, quindi il Parlamento, espressione del popolo e della sovranità popolare, diventa legislatore. Quindi io ritengo che ci sarà un tasso di democraticità in Europa considerevole. Poi è prevista anche un’altra cosa importante: noi abbiamo lanciato proprio l’altro giorno, al dibattito sulla corruzione che facevo, una campagna che faremo nel 2010 per raccogliere un milione di firme in Europa per una legislazione più forte contro la mafia e la corruzione; perché adesso col Trattato di Lisbona è prevista la possibilità di iniziativa legislativa popolare, se nei 27 stati dell’Unione si raccolgono un milione di firme, quindi è una cosa importante perché è una spinta dal basso per legiferare.

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L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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