Elezioni a Londra: ecco perché ha vinto Boris Johnson

E mentre il Labour vince le comunali in gran parte del paese , le vera sconfitta per David Cameron arriva dalla capitale.

“F****** Bollocks”. L’ultima improvvida espressione in tv  di Boris Johnson, atipico Sindaco conservatore di Londra, è diventata, suo malgrado, la frase “simbolo” di questa campagna elettorale appena conclusasi che ha sancito la rielezione dell’ex direttore del “The Spectator” alla guida di “City Hall”.

[ad]Una frase che noi tradurremmo, per rimanere nell’ambito del “politically correct”, come “emerite stupidate” ma che in inglese e per gli inglesi, assume un significato molto più rude e volgare, soprattutto se rivolta ad un famoso e rispettato cronista politico della BBC e che, a suo modo, racchiude la fenomenologia del personaggio Johnson, poco più che un improbabile candidato nel 2008, uno dei sindaci più amati d’Inghilterra nel 2012.

Una improbabile pettinatura in biondo platinato, un uso libertino del linguaggio, delle parolacce e dell’offesa libera verso omosessuali e musulmani, una profonda avversione verso le tasse e verso l’Unione Europea, una enorme cultura e un amore incondizionato per l’uso della bicicletta (che usa quotidianamente per i suoi spostamenti in città, quando non usa la “Tube”) che lo ha portato a dotare Londra del più moderno sistema di “bike sharing” al mondo, tutto questo è Boris Johnson.

Guai tuttavia a credere che la riconferma di Johnson alla guida di Londra sia una vittoria per il partito conservatore. Le elezioni che si sono concluse ieri hanno infatti rappresentato un enorme smacco per la leadership del primo ministro David Cameron e del suo alleato liberaldemocratico Nick Clegg (il candidato LibDem a Londra è arrivato solo quarto, dietro addirittura alla candidata verde). La coalizione di Governo, che tutti i sondaggi davano per sicura perdente, ha infatti subito una sconfitta maggiore di quanto i maggiori commentatori politici si aspettassero. Perdendo seggi nei consigli comunali di mezza Inghilterra, dalle roccaforti operaie di Liverpool e Manchester fino alla moderata Birmingham, dove il partito laburista all’opposizione ha riconquistato la maggioranza dopo numerosi anni, il 4 di Maggio sarà ricordato da tutti come la definitiva consacrazione del “nuovo corso” del “Labour Party” guidato dal giovane Ed Milliband.

“David Cameron proclamerà vittoria dopo i risultati arrivati a tarda sera dalla capitale”, hanno affermato i maggiori cronisti politici del paese. Ma sarà una “vittoria di Pirro” se non una vera e propria sconfitta. Certo, la capitale è rimasta ai conservatori, ma sarebbe sbagliato interpretare quelle urla “Boris, Boris” come una vittoria del primo ministro.

Boris Johnson non è difatti solamente un conservatore atipico e fuori dal “mainstream” del suo partito, è anche uno dei politici più “scaltri” d’Inghilterra che David Cameron vede come una “seria minaccia” ala sua leadership. Sono sempre più incontrollate le voci che darebbero lo stesso Johnson come sfidante certo di Cameron alle prossime primarie di partito e significativa è la frase, allo stesso tempo ironica e sprezzante, pronunciata da Ken Livingstone, sfidante laburista sconfitto, nel suo “acceptance speech” di ieri notte: “questa sera sappiamo già chi sarà il prossimo vero leader dei Tories”.

La vittoria di ieri sera è quindi solamente di Boris Johnson che, grazie al suo essere un “maverick” è riuscito a riconfermarsi nonostante un’ondata laburista che non ha risparmiato nemmeno la capitale. Se il sindaco che guiderà la città durante le olimpiadi sarà difatti un conservatore, non si può dire lo stesso del consiglio comunale, dove i laburisti hanno conquistato una netta maggioranza “sfilando” molti seggi al partito conservatore.

Una elezione simbolo quella per il Sindaco di Londra che ha visto scontrarsi due “mastini” della politica inglese. Anche il candidato laburista era difatti, a modo suo, un “personaggio”. Ken Livingstone, conosciuto dai londinesi come “Red Ken” (“Ken il Rosso”) date le sue posizioni molto a sinistra rispetto al suo stesso partito, già sindaco dal 2000 al 2008 e sconfitto proprio da Johnson quando si era ricandidato per un terzo mandato, ha combatutto una battaglia dura ma leale.

E’ stato necessario ricorrere al ballottaggio per stabilire un vincitore. Ogni elettore in Inghilterra è chiamato difatti ad esprimere una doppia preferenza: quella per il suo candidato preferito e quella per un candidato alternativo. Se nessun candidato raggiunge, grazie alle sue prime preferenze, il 50% dei voti allora entrano in gioco anche i voti di “backup” di coloro che avevano scelto i candidati “eliminati”, che vengono assegnati ai due candidati più votati. Ed è stato proprio questo “ballottaggio al primo turno” a sancire la vittoria di Johnson col 51,5% contro il 48,5% di Livingstone.

Insomma, una elezione al cardiopalma il cui significato politico sarà evidente solo fra qualche mese quando la leadership di Cameron, sempre più in difficoltà ed impopolare nel paese, potrebbe subire il “colpo di grazia” se davvero Boris deciderà di sfidarlo.

I titoli dei quotidiani di stamattina lo danno già per certo: “Boris for Prime Minister?”. Downing Street sta aspettando.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

UN PARAGONE FRA IL 2008 E IL 2012

[ad]Abbiamo dovuto attendere tarda sera ieri per poter valutare con attenzione i risultati provenienti da Londra. Quando tutte le altre città d’Inghilterra avevano già comunicato i loro risultati, mancavano solo quelli della capitale pare a causa di un problema nel conteggio nei quartieri periferici della città.

Abbiamo già parlato dei risultati a livello cittadino e degli effetti che questi potrebbero avere sulla tenuta del governo Cameron-Clegg a livello nazionale. E’ interessante tuttavia procedere ad una analisi comparativa di quanto avvenuto ieri con la precedente tornata del 2008 per vedere chi sono veramente vincitori e sconfitti del 4 Maggio.

Johnson e Livingstone e il voto disgiunto

Boris Johnson 51,5% – Ken Livingstone 48,5%. La forbice fra i due candidati è sicuramente diminuita, dai 7 punti con cui Johnson aveva trionfato nel 2008 ai poco più di 3 di ieri sera. Ma questa non è una sorpresa, tutto ampiamente giustificato dal sentimento “anti-incumbent” di ogni elezione.

La vera sorpresa dei risultati di ieri sera deriva dalla popolarità dei due candidati. Abbiamo già detto di come entrambi siano fuori dal “mainstream” dei rispettivi partiti al punto che Livingstone venne eletto sindaco nel 2000, la sua prima volta, come indipendente contro il candidato labour ufficiale e venne per questo espulso dal partito.

Livingstone ha ottenuto un ottimo successo personale ma non è bastato a contrastare il successo addirittura maggiore di Johnson che, di fronte ad una sconfitta senza precedenti dei Tories sia a livello comunale che nazionale, ha ottenuto ben 200.000 voti in più rispetto al suo partito che, su un totale di circa 1 milione di voti, è una “forbice” veramente significativa. Questo conferma quanto detto: e’ stato sicuramente un voto generalizzato di protesta, ma ieri si giocava una sfida “personale” fra due giganti della politica inglese tantevvero che lo stesso Livingstone ha detto “questa è una sconfitta personale, la sconfitta che brucia di più”.

La sconfitta dei LibDem

Come tutti ben saprano il governo nazionale guidato da David Cameron è sostenuto da una coalizione, evento quasi unico nella storia della politica inglese. Le elezioni del 2010 infatti, pur avendo premiato la candidatura del giovane politico conservatore contro il primo ministro uscente laburista Brown, avevano consegnato al paese un “hung parliament” dove nessun partito aveva la maggioranza dei seggi. Il sostegno del partito liberaldemocratico quindi, per quanto non scontato, fu necessario per Cameron per poter formare un Governo.

Un esecutivo formato da forze fra loro molto eterogenee, liberisti e conservatori, europeisti e anti-europeisti che in questi anni ha avuto qualche difficoltà di percorso. Lo sconfitto delle elezioni di ieri è quindi certamente Cameron (i Tories, a livello nazionale, hanno raggiunto solo il 31% contro il 39% del partito laburista di Ed Milliband) ma ancora di più lo è Nick Clegg, vice premier e leader dei LibDem a livello nazionale.

Il suo partito ha difatti perso più dell’8% a livello nazionale (fermandosi ad appena il 16% dei voti complessivo), una sconfitta che assume proporzioni ancora maggiori nella capitale. Brian Paddick, candidato omosessuale e astro nascente del partito, si è fermato ad appena più del 4% delle “prime preferenze” (facendosi superare da Jenny Jones, già ex vicesindaco nel secondo mandato di Livingstone, e candidata del Green Party con quasi il 5%),  mentre nel 2008 aveva raggiunto quasi il 10%. Una sconfitta bruciante che segue quelle in tutte le altre città d’Inghilterra. Che sia la fine della leadership di quel Clegg che, solo due anni fa, molti davano come futuro probabile Primo Ministro?

Il trionfo laburista al consiglio comunale e i risultati dai quartieri.

La vittoria conservatrice nelle elezioni per Mayor non ha fatto “coppia” con una affermazione del partito per il consiglio comunale, tutt’altro.  L’onda laburista è invece stata forte anche a Londra e il partito di Ed Milliband ha ottenuto una solida maggioranza e dovrà ora governare nei prossimi cinque anni in coabitazione col conservatore Johnson.

Lo stesso Johnson ha voluto rimarcare la sua personale vittoria del discorso di ieri sera a City Hall affermando: “ringrazio gli elettori per la fiducia concessami ma piango la perdita di numerosi amici e colleghi”.

Londra conta in tutto 14 “constituencies” le quali eleggono i propri consiglieri comunali col sistema maggioritario. Ulteriori 11 consiglieri sono invece attribuiti col sistema proporzionale ai vari partiti in base alla loro percentuale a livello cittadino, premesso che superino la soglia di sbarramento del 5%.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

[ad]Il consiglio comunale uscente era composto come segue: 11 consiglieri per il partito conservatore, 8 per il partito laburista, 3 per i libdem e 2 per i verdi. In seguito ai risultati proclamati ieri sera invece il nuovo consiglio comunale sarà composto da 12 laburisti, 9 conservatori, 2 verdi e 2 libdem. A prima vista sembrerebbe un “hung council” dato che nessun partito ha la maggioranza assoluta dell’assemblea ma vale la pena ricordare come durante i due mandati da Sindaco di Ken Livingstone, labour e green party governassero insieme. Se formiamo quindi le rispettive coalizioni possiamo facilmente notare come la maggioranza sia passata dal centrodestra al centrosinistra. Se prima la coalizione conservatrice (Tories + LibDem) poteva contare su 14 consiglieri contro 10 (1 seggio era andato al partito di estrema destra BNP, che stavolta non ha superato la soglia di sbarramento), ora è la coalizione di centrosinistra (Labour + Green) ad avere la maggioranza con 14 seggi contro 11.

Particolarmente pesanti le sconfitte dei consiglieri conservatori Brian Coleman e Richard Barnes. Coleman, consigliere per il quartiere di Barnet&Camden è infatti stato sconfitto 45-32 dal suo sfidante laburista quando solo nel 2008 aveva trionfato 41-30 mentre Barnes, consigliere per Ealing&Hillingdon ha perso di poco 40-38 ma aveva vinto nel 2008 con un largo margine, ben 43-27.

Le mappe seguenti riportano i risultati del 2008 (prima mappa) e quelli del 2012 (seconda mappa).

I risultati per il consiglio comunale del 2008, visione per quartieri

 

I risultati per il consiglio comunale del 2012, visione per quartieri