Accertamento fiscale ripetuto negli anni è legittimo o illegittimo?

Pubblicato il 16 Gennaio 2020 alle 15:16 Autore: Claudio Garau

Accertamento fiscale ripetuto negli anni: è legittimo e quindi può essere svolto liberamente dall’Agenzia delle Entrate oppure no? Vediamolo.

Accertamento fiscale ripetuto negli anni è legittimo o illegittimo?
Accertamento fiscale ripetuto negli anni è legittimo o illegittimo?

L’accertamento fiscale è qualcosa che può riguardare ogni contribuente in relazione ai suoi rapporti con il Fisco. In effetti, quest’ultimo solitamente intraprende l’iter di accertamento fiscale nei confronti di un certo soggetto in tutti quei casi in cui ravvisa delle incongruenze – ovvero delle possibili false attestazioni – in relazione a quanto dichiarato fiscalmente allo Stato. Oggi, subire un accertamento fiscale non è affatto cosa remota: anzi, con i sistemi informatici e i software di cui dispone l’Agenzia delle Entrate, è molto facile – ricorrendone i presupposti – mettere in moto la macchina dei controlli e ricevere improvvisamente una visita a casa propria degli ispettori dell’Agenzia delle Entrate o della GdF. Vediamo allora se è legittimo, secondo la legge vigente e la giurisprudenza, un accertamento fiscale ripetuto negli anni, ovvero un’ipotesi non di certo “accademica”, ma assai pratica.

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Accertamento fiscale e tecnologia: un binomio a favore del Fisco

Come anticipato, oggigiorno l’accertamento fiscale è un’attività assai agevole per l’Agenzia delle Entrate. È la tecnologia a giocare un ruolo determinante, con programmi informatici (come ad esempio Serpico, il software che ha accesso a oltre 40 milioni di conti correnti) capaci di incrociare milioni di dati e informazioni che scaturiscono da fonti diversissime. Quasi si potrebbe dire che l’Agenzia delle Entrate è ormai una sorta di “rete di intelligence”, dato che può confrontare ciò che emerge dalle dichiarazione dei redditi con tantissime altre informazioni, come ad esempio:

  • dichiarazioni IVA
  • spesometri
  • dati dei conti correnti (anche esteri)
  • certificazioni fiscali
  • bonifici con detrazioni fiscali
  • studi di settore
  • scontrini parlanti

In questo quadro, non può non essere ricordato che la normativa fiscale pone l’Agenzia delle Entrate in una posizione di “vantaggio” nei confronti del contribuente, ovvero il Fisco può inviare – in ogni occasione in cui lo ritenga opportuno per evitare fenomeni di evasione fiscale – gli ispettori per controlli ed accertamenti.

A questo punto, la seguente domanda però è assolutamente lecita: è legittimo o illegittimo un accertamento fiscale per più anni? Cerchiamo di capirlo.

La questione della legittimità dei controlli per più anni

In effetti, tale questione attiene a vicende molto concrete e inerenti, appunto, il rapporto tra contribuente e Fisco. Pertanto non deve stupire che sia stata una sentenza della Corte di Cassazione a fare luce sulla questione; tali giudici hanno infatti affrontato la seguente domanda: sulla base dell’accertamento di una difformità nelle dichiarazioni fiscali, è ammissibile l’estensione dell’accertamento in oggetto non soltanto all’anno di verifica, ma anche a quelli precedenti (o successivi)?

La vicenda concreta, su cui la Suprema Corte è stata illuminante, riguardava una controversia tra Agenzia delle Entrate e un ristoratore, cui veniva contestata non soltanto l’evasione fiscale per un certo periodo di imposta, ma anche per anni ulteriori e precedenti. Per dirla in breve, una sorta di “presunzione di evasione“. Ebbene, venendo al principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte in tale vicenda, una volta verificata l’evasione fiscale per un certo periodo di imposta di riferimento, l’accertamento non può essere automaticamente esteso ad altre ed ulteriori annualità. Insomma, in materia di accertamento fiscale, non vale alcuna presunzione e il Fisco pertanto, in queste circostanze, subisce una limitazione dei suoi poteri di controllo e sanzionatori.

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In altre parole, vale sempre e comunque il principio della cosiddetta “inerenza” dell’imposizione fiscale ad un dato e circoscritto periodo di imposta; perciò, Fisco e GdF non possono supporre alcunché in merito a possibili evasioni fiscali negli anni precedenti, ma anche successivi rispetto all’anno per il quale è stato accertato un certo reddito.

Concludendo, la Cassazione fa notare come tali considerazioni trovino fondamento nella normativa fiscale e nella stessa Costituzione: il Fisco, pur avendo oggi notevoli poteri di controllo e accertamento, si trova limitato dal divieto di presunzione per periodi diversi da quello di riferimento.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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