I ricercatori coinvolti nello studio, pubblicato sulla rivista Nature, hanno individuato degli strani corpi celesti presenti nelle vicinanze del buco nero al centro della Via Lattea, Sagittarius A. Gli astronomi hanno descritto quelli che sembrano essere sei oggetti anomali che sembrano macchie di gas “oblunghe” che superano di molto la massa della terra, una sorta di ibrido tra stelle e gas.
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Le “strane stelle” indistruttibili
I primi due oggetti di questo particolare tipo di stelle – chiamati rispettivamente G1 e G2 – furono scoperti il primo nel 2005 e il secondo nel 2012, ma furono interpretati come semplici fasci di gas che venivano emessi da Sagittarius A in modo non differente da come già osservato in precedenza. Solo nel 2014, tornando ad osservare l’oggetto chiamato G2, gli astronomi si accorsero che la strana stella si era avvicinata all’orizzonte degli eventi di Sagittarius A a poche centinaia di unità astronomiche senza distruggersi, ma solo deformandosi.
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Altre quattro nuove stelle osservate nei pressi di Sagittarius A
Le osservazioni da allora non sono ancora finite e i ricercatori sono determinati a trovare più stelle di questo nuovo tipo; sembra infatti che ne abbiano già trovato alcune nominate rispettivamente da G3 a G6. Secondo gli autori della ricerca, dopo un’attenta analisi sulle orbite e le interazioni degli oggetti, ognuno di questi corpi celesti è una coppia di stelle binarie (ruotanti l’una attorno all’altra) distrutte poi dalla gravità di Sagittarius A e che continuano a spargere nubi di gas e polveri nelle immediate vicinanze del buco nero.
Ognuna di queste strane stelle segue un percorso diverso attorno a Sagittarius A ed hanno mostrato le stesse identiche caratteristiche di G1 e G2, quindi avvicinandosi all’orizzonte degli eventi del buco nero non si sono distrutte ma hanno solo cambiato forma (quasi come fossero gelatina).
I ricercatori sono sicuri che questi strani “blob” sono i prodotti diretti di fusioni di stelle binarie create dalla gravità intensa di Sagittarius A e inoltre, il numero di oggetti osservati di tipologia “G” è adeguata alla percentuale di stelle binarie al centro di una galassia stimate dagli scienziati.
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