Cambio al vertice delle istituzioni in Russia: il premier russo è Mikhail Mishustin nato il 3 marzo 1966. Su indicazione di Putin, è stato scelto il direttore del servizio federale tributario russo. Un profilo tecnico dunque chiamato a rivestire un ruolo di grande responsabilità.
Mikhail Mishustin: biografia e carriera del nuovo premier russo
Il percorso dell’attuale premier russo è quello di un manager specializzato in “Sistemi di progettazione automatica” profilo in cui si è laureato presso l’Università Federale Tecnologica “Stankin” di Mosca nel 1989. Il manager ha lavorato nel campo dell’informatica: è stato dal 1995 direttore generale della MKK. Pochi anni dopo il passaggio al Servizio Tributario Federale di cui riveste l’incarico di responsabile dell’informatizzazione dal 1998. L’anno dopo, a marzo del 1999, è diventato vice ministro della Federazione Russa, con delega a tasse e tributi. E poi ancora, nel 2004, direttore dell’Agenzia Federale del Catasto. Per continuare con la nomina a direttore dell’Agenzia Federale per la gestione delle Zone Economiche Speciali a dicembre 2006. Nuova parentesi nel settore degli investimenti, tra il 2008 ed il 2010, come guida del gruppo UFG-OFG Invest. La nomina a premier arriva da direttore del Servizio Tributario Federale: nomina che ricopre dal 6 aprile 2010.
Lo scenario
La nomina di Mikhail Mishustin si colloca in uno scenario istituzionale in movimento. Dmitry Medvedev e il suo governo avevano rassegnato le dimissioni poco prima della nomina del nuovo premier. Medvedev ha motivato le sue dimissioni spiegando di voler consentire al presidente Putin di lanciare la riforma costituzionale, che – ha sottolineato il primo ministro – porterà “cambiamenti significativi” anche “nell’equilibrio tra i poteri, in particolare tra quello esecutivo, legislativo e i rami del potere giudiziario”. Per Medvedev sarebbe pronta la prossima nomina a vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale. Le dimissioni di Medvedev sono propedeutiche al progetto di riforma costituzionale che dovrebbe portare al rafforzamento del ruolo di parlamento e Governo. Una mossa con cui, stando alle ricostruzioni dei bene informati, Putin starebbe preparando il terreno per le sue prossime mosse. Il suo mandato scadrà nel 2024. E dunque i passaggi potrebbero tornare utili a dare allo stesso Putin una maggiore agibilità quando magari ricoprirà il ruolo di premier. Ricordiamo infatti che al termine dell’attuale mandato presidenziale Putin non potrà ricandidarsi.
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