Separazione con addebito: cosa accade se la moglie ci ripensa?

Pubblicato il 20 Gennaio 2020 alle 16:25 Autore: Claudio Garau

Separazione con addebito ed abbandono del tetto coniugale: cosa dice la più recente giurisprudenza? cosa accade all’ex che va via di casa e poi ci ripensa?

Separazione con addebito cosa accade se la moglie ci ripensa
Separazione con addebito: cosa accade se la moglie ci ripensa?

Come ben noto, in materia di separazione e divorzio, la copiosa giurisprudenza si rivela molto spesso essenziale per orientare ed integrare il dato normativo che, di suo, non può certo “coprire” tutte le possibili ipotesi pratiche. Un caso recentissimo, su cui è intervenuta qualche giorno fa la Corte di Cassazione con ordinanza, riguarda la ex moglie che se ne va di casa e poi, ripensandoci, cerca di farvi ritorno. Vediamo allora che cosa hanno deciso i giudici di legittimità in queste circostanze: per essa c’è separazione con addebito oppure no?

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Separazione con addebito e ripensamento: cosa ha deciso la Cassazione

Ebbene, secondo la Corte di Cassazione, laddove la ex-moglie se ne va via di casa e poi cerca di farvi ritorno, per ripensamento, a carico di essa scatta sempre e comunque la separazione con addebito. Nel caso concreto esaminato dalla Suprema Corte, non ci si è discostati dalle conclusioni già adottate dai giudici di primo e secondo grado, che diedero torto all’ex-moglie. Insomma l’ordinanza della Cassazione ha di fatto dichiarato inammissibile il ricorso della donna contro l’addebito, allineandosi alle ragioni fatte proprie dai giudici di merito. In sintesi, l’addebito è fondato e ricorre dato che dai magistrati è stata acclarata la volontà unilaterale della donna – e non coartata da pressioni, minacce o violenze del marito – di allontanarsi dall’abitazione in cui viveva con lui. E sappiamo bene che l’abbandono (ingiustificato) del tetto coniugale comporta la separazione con addebito.

Le conclusioni cui è pervenuta la giurisprudenza sono che la ex-moglie – nella vicenda concreta – non ha in effetti dato prova effettiva di quanto affermato, ovvero non è riuscita a dimostrare – e quindi a convincere i giudici – che l’allontanamento dal tetto coniugale sarebbe stato dovuto al comportamento del marito e che il mancato rientro nell’abitazione sarebbe stato impedito dal cambio della serratura dell’immobile.

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Concludendo, ne risulta che la Cassazione non poteva che sancire l’inammissibilità del ricorso della donna contro la separazione con addebito, dato che – in quanto giudice di legittimità – non può effettuare valutazioni di merito. Conseguentemente restano confermate le conclusioni di tribunale ed appello, le quali – come detto – hanno sancito l’addebito della separazione a carico della donna che se ne va di casa di sua sola volontà e senza essere spinta a ciò e che hanno peraltro assegnato la casa coniugale al marito.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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