Voucher reddito di cittadinanza 2020 ai percettori, ecco come funziona
Voucher reddito di cittadinanza 2020 ai percettori destinato a chi eroga il servizio di assistenza e a condizione che si raggiunga come risultato l’impiego.
Il reddito di cittadinanza di cui spesso parliamo per fornirvi notizie e informazioni utili implementato di un nuovo tassello. La fase 2 – ovvero quella relativa alla ricerca dell’impiego – passa anche dalll’assegno di ricollocazione. In pratica un voucher spendibile presso i soggetti che supporteranno i lavoratori e cercare e trovare un nuovo impiego.
Voucher Reddito di Cittadinanza,
Come sappiamo il reddito di cittadinanza è una misura, introdotta dal Governo Conte I, di sostegno al reddito per chi ha perso o cerca un lavoro. Una misura integrata in un sistema più ampio ideato per raggiungere appunto come risultato il reinserimento lavorativo delle persone coinvolte. A dettare norme e tempi è l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro che ha pubblicato il 13 gennaio 2020 l’avviso rivolto ai soggetti erogatori per l’avvio dell’Assegno di ricollocazione per i beneficiari del reddito di cittadinanza.
Cosa è l’assegno di ricollocazione
Precisamente come spiegato dalla stessa Anpal “l’assegno di ricollocazione (AdR) è uno strumento che aiuta le persone a migliorare le proprie possibilità di ricollocarsi nel mercato del lavoro e consiste in un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva personalizzata per la ricerca di occupazione (centri per l’impiego o enti accreditati ai servizi per il lavoro). La persona destinataria dell’assegno può scegliere liberamente l’ente da cui farsi assistere. Il centro per l’impiego o l’operatore accreditato scelto assegna un/a tutor che affianca la persona attraverso un programma personalizzato di ricerca intensiva per trovare nuove opportunità di impiego adatte al suo profilo”.
Voucher Reddito di Cittadinanza, importo e a chi viene riconosciuto
“L’importo – sempre secondo quanto illustrato da Anpal – dell’assegno viene riconosciuto non alla persona disoccupata, ma all’ente che fornisce il servizio di assistenza alla ricollocazione e solo se la persona trova lavoro. L’importo varia da un minimo di 250 euro ad un massimo di 5.000 euro, a seconda del tipo di contratto alla base del rapporto di lavoro e del grado di difficoltà per ricollocare la persona disoccupata (profilo di occupabilità). Le tipologie di contratto per le quali si riconosce l’esito occupazionale sono il tempo indeterminato, compreso l’apprendistato, il tempo determinato, maggiore o uguale a 6 mesi (3 mesi per Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). In più è opportuno evidenziare che “Con l’entrata in vigore del decreto-legge 28 gennaio 2019 n. 4, nella prima fase di applicazione della disciplina istitutiva del reddito di cittadinanza – e comunque fino al 31 dicembre 2021, è prevista l’erogazione di un assegno di ricollocazione rivolto alla persona beneficiaria della nuova misura tenuta alla stipula del Patto per il lavoro”.
Un’altra novità a proposito di assegno di ricollocazione e reddito di cittadinanza. “A partire dal 29 gennaio 2019 non è più possibile richiedere nuovi assegni di ricollocazione per i lavoratori in Naspi disoccupati da almeno 4 mesi (ADR Naspi). Tuttavia gli AdR Naspi già richiesti prima del 29 gennaio 2019 continueranno secondo le regole, le modalità operative precedentemente stabilite sino al termine del periodo di assistenza intensiva previsto. Al riguardo, restano valide le indicazioni per i soggetti erogatori circa le modalità provvisorie per il riconoscimento dei contributi”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it