Gioco d’azzardo, i numeri della dipendenza in Italia

Gioco d’azzardo, 107 i miliardi spesi in Italia, il 5-15% dei giocatori è problematico, e il 2-3% sviluppa una vere e propria dipendenza

Gioco d’azzardo, i numeri della dipendenza in Italia

Gioco d’azzardo, i numeri della dipendenza in Italia

Sono 107 i miliardi spesi dagli italiani in gioco d’azzardo nel 2018. Certo, 80 sono ritornati ad una parte dei giocatori sotto forma di vincita, 27 sono invece stati effettivamente versati nelle tasche delle aziende del settore e ovviamente dello Stato.

Intendiamoci, il gioco d’azzardo è antichissimo, e accompagna l’uomo da migliaia di anni. La parola azzardo viene dall’arabo “az-zahr”, che significa “dado”. Il dado è uno dei strumenti di gioco più antichi, usato già nell’antico Egitto, ma anche in Giappone, Cina, India.

Nell’Antica Grecia, lo sappiamo, si poteva scommettere sui vincitori delle Olimpiadi, a Roma invece sui risultati degli scontri tra gladiatori.

Il gioco è associato al pensiero magico, all’associazione della propria fortuna a un evento apparentemente casuale, ma ritenuto legato a un destino favorevole.

Inutile dire che il gioco è favorito dalla varietà degli strumenti. Dai vecchi dadi e dalle scommesse si è passati nei secoli ai giochi di carte, poi alle roulette, alle slot, che chiaramente sono divenute virtuali come la roulette, e molto altro.

Foto di Erik Stein da Pixabay

Gioco d’azzardo, per gli esperti è una malattia per il 2-3% dei giocatori

Ovviamente la maggior parte dei giocatori non raggiunge livelli patologici, e si limita ad essere quello che gli esperti chiamano un “giocatore sociale”, che non dà valore al gioco in sè, ma lo utilizza come strumento di divertimento e socialità.

Vi è poi il giocatore problematico, quello che gioca per sfuggire ai propri problemi. E poi quello patologico, che presenta una dipendenza dal gioco stesso, da cui non può staccarsi, che gli fa perdere la razionalità.

Caratteristiche di questa fase sono la fiducia cieca nelle proprie possibilità, l’autoinganno, l’isolamento dal resto della realtà.

Gli esperti dicono che l’azzardo è un problema per il 5-15% di chi gioca, mentre è una malattia per il 2-3%.

Ormai è trattata come una dipendenza analoga ad altre, per esempio quella dall’alcol, ed è per questo che in ogni ASL è di fatto presente uno o più centri d’aiuto.

Perché il gioco rimanga o ritorni sano e non sfoci in malattia.

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