Il lavoro domestico, ovvero quell’insieme di attività tipiche di figure come badanti, baby sitter e colf, è per molte famiglie assai utile per contribuire al buon andamento di incombenze pratiche tipiche della vita familiare, specialmente per chi per motivi di lavoro non può stare in casa durante la giornata. Tuttavia, è anche vero che non sempre i collaboratori domestici garantiscono standard minimi di competenza, professionalità e affidabilità. Ecco allora emergere l’utilità di una vera e propria “patente di qualità” per chi lavora all’interno delle abitazioni altrui. Vediamo i dettagli di questa novità.
Patente di qualità e norme Uni: che cosa sono?
Dalla statistiche annuali che valutano quantità e qualità del lavoro domestico in Italia, vengono a galla due dati assai significativi: i lavoratori domestici occupati nella penisola sono ben 2 milioni, e il 70% di essi, ovvero più di due su tre, sono stranieri. Il punto è che gli studi ci evidenziano anche un altro dato: frequentemente baby sitter, colf e badanti non sono adeguatamente formati per la professione che svolgono.
In particolare, nelle riunioni recentemente svoltesi tra i rappresentanti del settore e associazioni di riferimento come, ad esempio, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, è emersa la necessità di una regolamentazione integrativa rispetto a quella attuale. Ed infatti si è parlato della nuova norma tecnica Uni 11766:2019, che prevede in Italia la possibilità per i lavoratori domestici di conseguire una “patente di qualità”, che finalmente attesti conoscenze, abilità e competenze di chi lavora in ambienti domestici. D’altra parte, si tratta di una novità che pienamente si associa al cosiddetto quadro europeo delle qualifiche, ovvero l’European qualifications framework (Eqf).
Ma che cos’è una norma UNI? Essa altro non è che una norma rientrante in un ambito di regole giuridicamente riconosciute, che hanno la finalità di organizzare e dettagliare gli standard minimi in tema di sicurezza e qualità in svariate aree dell’attività produttiva, del terzo settore e industriale. Una norma di queste caratteristiche è emanata dall’Ente Italiano di Unificazione, ovvero un ente privato di cui fanno parte associazioni di categoria, liberi professionisti, istituti scientifici e varie imprese. L’attività di questo ente resta comunque coordinata e collegata a quella di istituti sovranazionali che operano nello stesso ambito e comporta la produzione di regole giuridicamente valide, ai sensi della direttiva europea n. 34 del 1998.
Gli enti preposti hanno pertanto ideato questa nuova norma tecnica Uni, prevista per riempire una lacuna normativa in tema di professioni domestiche. Insomma, la direzione è quella di introdurre finalmente un metodo di riconoscimento e di certificazione delle competenze degli assistenti familiari, una professione tanto diffusa quanto scarsamente disciplinata dalla legge. La novità è appunto quella di una patente di qualità per colf, badanti e baby sitter che potranno fare domanda volontaria, per svolgere un esame ed ottenere la correlata certificazione o patente di qualità, con il dovere di rispettare un codice deontologico ad hoc per questa categoria di lavoratori.
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