Divieto di fumo all’aperto 2020: come funziona e quando entra in vigore

Pubblicato il 21 Gennaio 2020 alle 16:20 Autore: Claudio Garau

Divieto di fumo all’aperto: quali sono le prospettive e le motivazioni alla base della proposta. Entro quanto potrebbe essere introdotto?

Divieto di fumo all'aperto 2020 come funziona e quando entra in vigore
Divieto di fumo all’aperto 2020: come funziona e quando entra in vigore

In questi giorni sta facendo discutere la possibile ordinanza del Comune di Milano che, se di fatto introdotta, comporterebbe il divieto di fumo all’aperto, quanto meno a partire dalle aree corrispondenti alle fermate degli autobus e tram, sebbene l’intenzione dei promotori dell’iniziativa sia quella della progressiva estensione a tutta l’area pubblica della città. Vediamo più da vicino questa probabile novità, che certamente non farà felici i milioni di fumatori che vivono in Italia.

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Divieto di fumo: di che novità si tratta? quali finalità?

L’obiettivo dichiarato del Comune di Milano è quello di impedire l’uso di sigarette all’aperto, ovvero in tutti quei luoghi pubblici in cui si possono trovare anche coloro che non usano abitualmente la nicotina. La prospettiva è in effetti non soltanto quella di una possibile estensione del divieto di fumo – entro il 2030 – a tutta la città di Milano, ma anche e soprattutto quella della possibile introduzione di ordinanze analoghe in tanti altri Comuni italiani. In una visione più generale, i sostenitori del progetto hanno ribadito che oltre all’ordinanza singola anti-fumo, è necessario un vero e proprio “regolamento aria-clima”, che possa occuparsi di vari temi legati all’ambiente e alla salute, e non soltanto dell’argomento del divieto di fumo.

La linea è appunto quella di un divieto esteso progressivamente, come afferma il Sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala: “Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto“, aggiungendo che “Da subito non lo permetteremo alle fermate dell’autobus” e in un secondo tempo anche “in coda ai servizi pubblici, dove non si dovrebbe fumare“. Ma sono sempre le parole del primo cittadino a non lasciare alcun dubbio sulla prospettiva adottata dall’amministrazione locale: “Se sono in un luogo aperto e mi fumi di fianco, ho la libertà di spostarmi“, ma “Se invece sono alla fermata del bus o allo stadio non ho la libertà di spostarmi, quindi il divieto è una restituzione di diritti a coloro a cui il fumo come minimo dà fastidio, ma anche fa male, e non hanno la possibilità di evitarlo“.

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Le finalità del sindaco Sala sono insomma chiare: da un lato il provvedimento servirebbe a combattere l’inquinamento, dall’altro sarebbe mirato a prevenire il fastidio di chi – non fumatore – ha vicino una persona con la sigaretta in mano mentre, ad esempio, aspetta l’autobus alla fermata e quindi non può spostarsi o allontanarsi dalla fonte di fumo.

Concludendo, quanto ai tempi di entrata in vigore del provvedimento anti-fumo, la proposta – inclusa all’interno del citato regolamento aria-clima – che giungerà nelle prossime settimane in Consiglio comunale a Milano, dovrà essere ovviamente approvata dall’Aula e una volta ottenuto l’ok potrebbe entrare in vigore tramite ordinanza. A sorreggere l’iniziativa, peraltro, i dati dell’Istituto dei Tumori, che hanno dimostrato che il fumo di sigaretta, effettivamente, aumenta il livello di polveri sottili (soprattutto pm1 e pm2,5).

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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