Regionali Emilia-Romagna 2020: voto disgiunto decisivo? Ecco cos’è
Regionali Emilia-Romagna 2020: voto disgiunto decisivo? Ecco cos’è e perché può essere determinante ai fini del risultato finale.
Si avvicina il voto in Emilia-Romagna, con un teso testa a testa tra il presidente uscente Stefano Bonaccini (sostenuto dal Partito Democratico, Europa Verde, +Europa, Volt, Emilia Romagna Coraggiosa e dalla lista Bonaccini Presidente) e Lucia Borgonzoni (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Cambiamo-Il Popolo della Famiglia, Borgonzoni Presidente e Giovani per l’Ambiente). Gli ultimi sondaggi – elaborati e pubblicati prima del blackout, fissato per il 10 gennaio – marcano una distanza tra i due candidati di appena un paio di punti, con il presidente uscente in leggero vantaggio. Tra i fattori da tenere in considerazione per questa tornata elettorale – che sembra assumere un grande peso anche per la scena politica nazionale – vi è il voto disgiunto. Perché può essere importante, se non decisivo, per decretare la vittoria dell’uno o dell’altro schieramento?
Bonaccini e Borgonzoni: testa a testa nelle Elezioni Regionali Emilia-Romagna
Come la gran parte dei nostri lettori saprà, il voto disgiunto consiste nella possibilità di esprimere una preferenza per la lista di un determinato colore e il candidato presidente di un altro schieramento. Se il voto disgiunto sembra non essere particolarmente interessante per gli elettori delle forze che sostengono i due candidati principali, potrebbe in teoria esserlo per gli elettori del Movimento 5 Stelle e degli altri schieramenti in campo. Senza poter escludere che elettori di centrosinistra preferiscano Borgonzoni. O elettori di centrodestra intendano votare Bonaccini presidente.
Occhio agli elettori del M5S
Ricordiamo che i pentastellati hanno candidato Simone Benini (individuato attraverso il voto sulla piattaforma Rousseau). Tra gli altri candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna troviamo Stefano Battaglia (Movimento 3V), Laura Bergamini (Partito Comunista), Marta Collot (Potere al Popolo) e Stefano Lugli (L’Altra Emilia-Romagna).
Nel complesso, seguendo i sondaggi, si potrebbe pensare a circa un 10% dell’elettorato emiliano e romagnolo che potrebbe dare il voto alla propria lista di riferimento e avere, invero, una maggior propensione a votare un candidato alla presidenza non associato alla lista votata.
Il 26 gennaio, segui la diretta con noi
Il 26 gennaio invitiamo tutti a seguire la diretta con Termometro Politico: vi aggiorneremo fin dalle prime ore del mattino sulle elezioni, sugli umori e sulle sensazioni. Poi, in nottata, l’aggiornamento continuo e in tempo reale sullo scrutinio. TP seguirà anche l’importante tornata elettorale in Calabria. Secondo le ultime rilevazioni effettuate prima del blackout dei sondaggi, il centrodestra sembrava in netto vantaggio sul centrosinistra. Jole Santelli, candidata del centrodestra, con una forbice di consenso data tra il 50% e il 54%. L’imprenditore Pippo Callipo, sostenuto dalle forze di centrosinistra, si attestava – secondo le rilevazioni – tra il 32% e il 36%.
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