Cambio euro-dollaro: quotazione e scenari 2020
Dall’osservazione dei diversi fenomeni economici e dalle analisi a consuntivo oltre che previsionali per l’anno appena iniziato, ci si può soffermare sul cambio euro-dollaro e su come evolverà in questo 2020. Certamente non si esce dal migliore degli scenari, avendo il cambio toccato un minimo record soltanto due mesi fa con l’1,0878 euro per dollaro statunitense scambiato. Questo può spostare facilmente il ragionamento da un livello economico-commerciale ad uno di tipo politico, sufficientemente esonerato da questioni più formalmente tecniche.
Trump e la politica economica divisa tra accordi e fasi di stallo
È proprio sotto la presidenza Trump che il cambio euro-dollaro è passato dal suo picco di 1,22 circa nel mese di Febbraio 2018 ai livelli odierni oscillanti intorno all’1,10 dollari per euro. Ciò è riconducibile alla guerra commerciale intrapresa dal Presidente USA e concretizzatasi nei dazi su prodotti e materie prime quali acciaio e alluminio e su altri numerosissimi prodotti di importazione con lo scopo preciso di colpire la Cina. Ne è conseguita, prevedibilmente, una lunga fase di negoziazione che sembra essersi risolta proprio il mese scorso con un importante accordo commerciale firmato proprio alcuni giorni fa. Ad oggi ancora non ci si può ritenere tranquilli, soprattutto in relazione ai timori di una recessione che interesserebbe proprio gli Stati Uniti e che non migliorerebbero una condizione di crescita fortemente rallentata in tutta la zona euro, così come confermato anche dalla Lagarde che, sull’eredità dei tassi di interesse negativi lasciati dal suo predecessore Mario Draghi, più volte si è spesa per accendere i riflettori sulla delicatezza dell’attuale situazione economica degli Stati Uniti e sul loro ruolo di leadership nello scenario economico globale.
Che anno sarà per il rapporto di cambio euro-dollaro?
Su queste necessità ci si aspetta virtù e, quindi, si pensa al 2020 come l’anno del cambiamento, o comunque l’anno in cui qualcosa deve iniziare a cambiare. Le prospettive del cambio euro-dollaro sono strettamente legate alle vicende che interessano i rispettivi continenti nei quali, dalla parte americana, si andrà incontro ad elezioni a novembre senza alcuna certezza sulla tenuta del Presidente Trump, mentre dalla parte europea bisognerà lavorare sulla tenuta dei conti nei Paesi ad alto debito magari puntando anche sui Paesi dove invece il debito è più basso e ci sono più spazi di manovra per iniziative volte a dare impulso all’economia.
Oggi il cambio euro-dollaro è fissato all’1,1080 ma sulle possibilità di rialzo o ribasso si sono già espresse tutte le voci più autorevoli ed è ormai parere piuttosto diffuso che il cambio euro-dollaro non sarà destinato ad un ribasso. Analisti finanziari del calibro di UniCredit Research, BNP Paribas e Goldman Sachs hanno manifestato stime rialziste sia a sei che a dodici mesi. Nel complesso, sembra essere scongiurato il rischio di tornare ai livelli minimi del 2017 (ovvero sotto l’1,04) mantenendo il cambio per il 2020 in una forbice compresa tra l’1,11 e l’1,14 dollari per euro.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it