Una lavoratrice incinta la cui gravidanza sia a rischio per determinate ragioni, salutari proprie o da addursi all’ambiente professionale in cui lavora, può poter fruire del congedo di maternità anticipato. In questi casi passa la visita fiscale Inps? E quale documentazione è sufficiente per poter ottenere l’uscita anticipata per congedo di maternità dal posto di lavoro? Andiamo a elencare i punti chiave necessari da tenere a mente.
Visita fiscale e congedo per maternità anticipato
Come è noto, il congedo per maternità ha una durata di 5 mesi, dei quali 2 sono da fruire prima della data presunta del parto e 3 sono quelli successivi all’evento. Il congedo può però essere anche flessibile, pertanto la lavoratrice, laddove sussistano le condizioni mediche e non ci sia un rischio in tal senso, ha facoltà di prendere i 5 mesi di congedo previsti dopo il parto (o 1 mese prima e 4 mesi dopo). Poi ci sono alcuni casi in cui il congedo di maternità può essere preso in anticipo, laddove ad esempio vi siano delle complicanze legate alla gravidanza in corso. Tali complicanze devono ovviamente essere attestate da un apposito certificato medico.
Congedo di maternità anticipato: certificato medico basta?
Per poter fruire del congedo di maternità anticipato non è sufficiente il certificato medico di cui sopra e nemmeno il datore di lavoro può disporre della fruizione di tale congedo liberamente. La disposizione può avvenire tramite provvedimento dell’Asl o dell’Ispettorato territoriale del lavoro, a seconda del caso specifico.
Complicazioni gravidanza: di che tipo?
Entrando nel dettaglio, il congedo di maternità può essere richiesto in anticipo nel caso in cui ci siano gravi complicazioni alla gravidanza, dipendenti dal proprio organismo o da eventuali patologie; altrimenti per cause determinate dal lavoro o dall’ambiente di lavoro in cui si svolge l’attività professionale. Quando una di queste condizioni è presente, deve essere attestata da apposito certificato medico, ma questo documento da solo non basta.
Quando intervengono Asl e Ispettorato territoriale del lavoro
Andrà richiesto un provvedimento specifico e quindi occorrerà rivolgersi alla Asl di riferimento (inviando specifica domanda), in caso dell’insorgenza di complicazioni alla gravidanza, per sottoporsi a specifico accertamento. Nell’eventualità in cui la causa dipenda dalla tipologia di lavoro (faticoso, gravoso, etc.) o dall’ambiente di lavoro (insalubre, rischioso, etc.), la domanda dovrà essere inoltrata (dalla lavoratrice o dal datore di lavoro) all’Ispettorato territoriale del lavoro, che dovrà verificare la sussistenza di tali condizioni, servendosi eventualmente anche dell’Asl competente per gli accertamenti di carattere sanitario.
Visita fiscale Inps con maternità a rischio: lavoratrice esonerata?
In caso di complicazioni alla gravidanza, il congedo inizia a partire da quando ci si astiene dal lavoro, mentre nel secondo caso (cause determinanti dal lavoro o dall’ambiente professionale) l’inizio del congedo parte dalla data del provvedimento.
Venendo invece all’oggetto del titolo di questo articolo, la lavoratrice in congedo di maternità anticipato potrebbe essere sottoposta a visita fiscale Inps anche dopo l’accertamento specifico effettuato dalla Asl, ma è esonerata dalla reperibilità, pertanto, in caso di assenza al domicilio durante gli orari di reperibilità, non andrà incontro a sanzioni.
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