Come si è già segnalato in molteplici occasioni, le elezioni regionali in Emilia-Romagna sono state elevate a contesta di carattere nazionale. Almeno, questo è ciò su cui ha spinto l’opposizione (con Lega e Fratelli d’Italia in prima linea) per provare ad alzare la posta in palio. Nonostante le rassicurazioni provenienti dall’area di maggioranza sulla tenuta del governo, con il premier Conte da un lato e il ministro Dario Franceschini dall’altro, l’ipotesi di una crisi è stata vagliata anche dagli istituti finanziari. Rispetto, per esempio, alle elezioni in Umbria, la tornata elettorale del 26 gennaio sì è stata indicata come data sensibile per gli equilibri politici nazionali. Vediamo, allora, quali sono le previsioni di alcuni istituti e le possibili oscillazioni in borsa che deriverebbero dall’uno o dall’altro risultato.
Elezioni Regionali Emilia-Romagna 2020: che scenari per l’economia e la finanza
Come riporta il Sole 24 Ore, alcuni istituti hanno provato a disegnare degli scenari legati ai possibili risultati di queste elezioni. Secondo Barclays, la differenza tra i due candidati sarebbe così esigua da non poter parlare – anche in caso di vittoria del centrodestra – di apertura di una crisi. Gli analisti finanziari di Barclays ritengono che qualsiasi risultato esca fuori dalle urne non cambierà – almeno, non in maniera sostanziale – lo scenario politico nazionale. Pertanto, le fluttuazioni in borsa dovrebbero essere contenute e, cosa ancor più importante, non si intravederebbe una nuova fase di incertezza governativa alle porte.
Lo scenario elaborato da Barclays contrasta con quello di CitiGroup, che sì ipotizza almeno un paio di scenari nel quale si tornerà alle urne prima del previsto (sia con una larga vittoria del centrodestra, sia con una vittoria sul filo di lana conseguita da parte della Borgonzoni). Anche qualora Bonaccini dovesse vincere e riconfermarsi presidente della Regione, CitiGroup sostiene che ci sarà, in ogni caso, un rimpasto di governo.
C’è consenso sulle ragioni della tenuta del governo
Da Barclays passando per Hsbc, fino a Deutsche Bank e CitiGroup, c’è un consenso generalizzato sulla capacità di tenuta del governo giallo-rosso, indipendentemente dal risultato di queste elezioni regionali. Tra le motivazioni che vengono risaltate maggiormente, vi è quella dell’incapacità, da parte di M5S e PD, di poter vincere le elezioni, qualora si tornasse anticipatamente alle urne. Ciò frenerebbe le forze di maggioranza dall’innescare una crisi, per il timore di ottenere un risultato non sufficiente alle prossime elezioni politiche.
Come è stato ribadito in più occasioni da Conte, Zingaretti e Franceschini, l’asse tra PD e Movimento 5 Stelle potrebbe addirittura rinsaldarsi dopo la tornata elettorale del 26 gennaio, che vedrà protagonisti gli emiliano-romagnoli e i calabresi.
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