Sanremo, le più belle canzoni di sempre: elenco e curiosità autori
Quali sono le 20 canzoni più indimenticabili del Festival di sanremo dal 1951 al giorno d’oggi? In questo articolo proviamo a dare una risposta al quesito.
È giunto ormai alla settantesima edizione, il Festival di Sanremo. Tuttavia mantiene un’importanza innegabile: qualunque cosa se ne pensi, è impossibile restare all’oscuro di quel che succede al Festival; e anche se i nostri gusti musicali sono agli antipodi della classica musica sanremese, è impossibile non conoscere, almeno vagamente, i brani più famosi. Eccovene una selezione: le 20 più indimenticabili canzoni di Sanremo.
Sanremo, un Festival che non invecchia
Era il lontanissimo 1951 quando andò in onda, alla radio, la prima edizione del Festival di Sanremo e chissà se gli autori dell’epoca immaginavano che nel 2020 sarebbe ancora stato uno degli eventi più importanti della musica italiana. Si può discutere di quanto il Festival sia ancora in grado di intercettare il gusto degli italiani, specialmente dei millennials, anche se bisogna dire che nelle ultime edizioni si è cercato di apportare un certo svecchiamento della musica proposta al Teatro Ariston, ma di sicuro nei giorni occupati dalla kermesse, è difficile restare impermeabili a ciò che succede nella città dei fiori. Ma Sanremo è soprattutto musica: in questi anni ci ha lasciato canzoni entrate nella storia, e non necessariamente erano quelle vincenti.
Dai Tramonti di Elisa agli Uomini di Mia Martini
Luce – Una scintilla nel buio: questo potrebbe dirsi di Luce, brano portato a Sanremo da Elisa, che mise tutti d’accordo: vinse la competizione canora e anche il Premio della Giuria. Per tutto il resto, l’edizione 2001 del Festival, più ricca del solito di polemiche e litigi, è tra le più dimenticabili di sempre. Una curiosità: è il primo brano cantato dall’artista friulana in italiano.
Gianna – Un pezzo storico cantato da un artista che rompeva fragorosamente con la tradizione, allora un po’ ingessata, del Festival: Gianna, cantata di Rino Gaetano, fu un brano dirompente che dimostrava che anche al Teatro Ariston qualcosa poteva cambiare. Arrivò terza nel 1978, ma ancora adesso è considerata uno dei simboli di Sanremo.
Nel Blu Dipinto Di Blu – La terza canzone che prendiamo in considerazione è uno dei brani più conosciuti all’estero: Nel Blu Dipinto Di Blu, di Domenico Modugno, più famosa all’estero come Volare, presentata nel 1958, non solo ha vinto, ma è stata ripresa un’infinità di volte dai più noti artisti in tutto il mondo: un vero esempio vincente di made in Italy.
Un’Avventura – Come spesso accade, sono le canzoni meno celebrate a Sanremo che incontrano n grande successo: è il caso di Lucio Battisti, che nel 1969 porta a Sanremo Un’Avventura, che arriva al nono posto di un’edizione particolarmente tormentata data l’atmosfera post-68 che si respirava allora e il festival alternativo messo in opera da Dario Fo e Franca Rame. Battisti non si presentò mai più sul palco dell’Ariston e la sua canzone divenne una tra le più gettonate del cantante.
Gli Uomini Non Cambiano – Un amore tormentato, classico argomento da Festival di Sanremo, è il protagonista de Gli Uomini Non Cambiano, che Mia Martini presenta nel 1992. Il primo posto le sfuggì a favore di Luca Barbarossa, ma negli anni questa canzone è rimasta impressa: un mix di testo brillante, musica piacevole e soprattutto la grande voce di Mimì.
Dalla Vita Spericolata del Blasco all’amore cantato da Minghi e Mietta
Vita Spericolata – Quando nel 1983 Vasco Rossi portò a Sanremo Vita Spericolata, l’insuccesso fu clamoroso, così come fece discutere il fatto che i cantanti fossero in playback, come palesato proprio dal Blasco, che uscì di scena prima che la sua canzone finisse. Se arrivò ultima al Festival, Vita Spericolata si prese una bella rivincita nei negozi di dischi: ancora oggi è suonata live con grande successo dal rocker di Zocca.
Ciao Amore, Ciao – La prossima canzone è invece legata a uno degli episodi più tragici accaduti al Festival: il suicidio di Luigi Tenco, nel 1967, amareggiato dall’insuccesso di Ciao Amore, Ciao, cantata con Dalida. Prima di togliersi la vita, Tenco lasciò un messaggio che spiegava i motivi del suo gesto: “Faccio questo come atto di protesta contro un pubblico che manda Io, Tu E Le Rose in finale e una commissione che seleziona La Rivoluzione”. Il successo del brano, 300.000 copie vendute, fu purtroppo postumo.
Salirò – Ottimo esempio di canzone punita da Sanremo, ma premiata dal pubblico è Salirò, che nel 2002 passò inosservata davanti alla giuria sanremese. Non andò oltre il quindicesimo posto, ma il pezzo di Daniele Silvestri è uno dei più fortunati nella carriera dell’artista capitolino.
Un’Emozione Da Poco – Nel 1978, ad agitare le acque del Festival, non irruppe solo Rino Gaetano con Gianna: anche Anna Oxa, che si piazzò al posto d’onore di quell’edizione, fu uno shock per il tradizionalista pubblico dell’epoca, a causa del suo aspetto, che rispecchiava l’ondata punk che alla fine degli Anni 70 imperversava in Europa. La sua Un’Emozione Da Poco, grazie anche al carisma e alle doti vocali dell’interprete è considerata a tutt’oggi una canzone attualissima.
Vattene Amore – Un classico brano sanremese è invece Vattene Amore, portato al successo, sul palco e tra il pubblico, dal duo Amedeo Minghi – Mietta nell’edizione 1990 di sanremo. Anche se non vinse, arrivando seconda dietro Uomini Soli dei Pooh, divenne un successo mondiale a dispetto della poca attività di supporto: in Italia, ad esempio, raggiunse il top della classifica e lì rimase per 11 settimane.
Sanremo: Le Vacanze Romane dei Matia Bazar, ma non solo…
Vacanze Romane – Si deve al testo dalle atmosfere oniriche e alla splendida voce di Antonella Ruggiero gran parte del successo di Vacanze Romane dei Matia Bazar, che il gruppo presentò al Festival di Sanremo del 1983. A differenza del brano di Vasco, a questo arrise maggior fortuna, arrivando quarto. Vacanze Romane è ancor oggi considerato la loro canzone più bella.
Le Mille Bolle Blu – Vero mito della canzone italica, Mina vanta una sola partecipazione al Festival: rimase infatti così scioccata dal mancato successo di Le Mille Bolle Blu del 1961 da giurare che mai più avrebbe mai rimesso piede sul palco del Teatro Ariston. La canzone andò male, fallendo l’ingresso nella top 10 e questo provocò la reazione dell’allora diciannovenne cantante lombarda.
Il Solito Sesso – Edizione sfortunata, quella del 2008: condotta dall’inossidabile Pippo Baudo, è la meno vista della storia della manifestazione. Ma se è vero che si può trovare un lato positivo in qualunque cosa, quello dell’edizione 2008 è Il Solito Sesso, di Max Gazzè. Resoconto di una conversazione telefonica con una donna che si conosce poco, il brano è uno dei migliori esempi di musica leggera nostrana, anche se non fu capita: arrivò infatti dodicesima.
Adesso Tu – In questo caso, giuria e pubblico furono d’accordo: Adesso Tu, presentato all’edizione del 1986, fu un vero boom per il Eros Ramzzotti, che grazie a questo brano cominciò la scalata al successo vero, solo avvicinato con la sua precedente vittoria a Sanremo Giovani.
La Terra Dei Cachi – Fecero parlare di loro, Elio e le Storie Tese, quando, in tuta da astronauta, eseguirono La Terra Dei Cachi, sferzante satira sull’Italia e sui suoi abitanti. Protagonisti dell’edizione del 1996 del Festival di Sanremo, Elio e le Storie Tese non raggiunsero la vittoria, anche se fu dimostrato come avessero ottenuto più voti del vincitore Ron.
Dal secondo posto di Giorgia a Massimo Ranieri
Di Sole E D’Azzurro – Sanremo 2001 sarà ricordata anche per il grande livello delle interpreti femminili: infatti al primo posto di Elisa fa da contrappunto il secondo di Giorgia, che interpreta Di Sole E D’Azzurro. Un brano tecnicamente molto complesso, che mette in evidenza le grandi doti della cantante, ma che, seppure viene ancor ricordato come uno dei migliori del suo repertorio, non le consentì di bissare il successo del 1995.
Ricomincio Da Qui – Il vincitore annunciato molto raramente è anche quello effettivo. Malika Ayane, data per favorita nel 2010, non andò oltre la quinta piazza con Ricomincio Da Qui, ma bisogna anche considerare che quella fu un’edizione anomala, al punto che l’orchestra protestò vistosamente contro le scelte della Giuria di Qualità, che proclamarono vincitore Valerio Scanu. A contendergli la vittoria, Emanuele Filiberto di Savoia. Ogni commento è superfluo.
Piazza Grande – Forse troppo in anticipo sui tempi, Piazza Grande non fu premiata nel 1972 da Sanremo, giungendo ottava. Ma come spesso accade, incontrò invece i favori del pubblico, che ne decretò il successo, rendendo il brano un classico di Lucio Dalla, che l’aveva pensata originariamente per Gianni Morandi.
E Dimmi Che Non Vuoi Morire – Questo brano annovera trai i suoi autori Vasco Rossi e Gaetano Curreri e sembra che Vasco abbia scritto questa canzone pensando a come conquistare Patty Pravo, che la porterà a Sanremo nel 1997. Il successo fu immediato, ma anche qui, al Festival la pensarono diversamente: ottavo posto per un brano ancora attuale.
Perdere L’Amore – Con i temi sentimentali si va sul sicuro al Festival; se poi anche l’interprete è di alto livello, la vittoria è assicurata. In effetti nel 1988 andò proprio così: Massimo Ranieri la interpretò in modo magistrale, grazie anche alle sue doti di presenza scenica, che aveva avuto modo di affinare in teatro. Proprio queste doti, unite alle indiscusse qualità intrinseche della canzone, fecero sì che trionfasse in quella edizione di Sanremo.
…ma non dimentichiamo Gabbani
Fin qui l’elenco delle venti canzoni di Sanremo che più sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo. Ma ovviamente questo elenco potrebbe essere modificato a seconda delle preferenze personali di ciascuno. Ad esempio, Francesco Gabbani, vincitore nel 2017 con Occidentali’s Karma potrebbe benissimo rientrare tra le Top 20, se non altro perché il testo non è affatto banale e per la trovata del gorilla che balla accanto al cantante. Per quel che riguarda la prossima edizione del Festival di Sanremo, avremo modo di vedere se ci riserverà delle instant-classic, o se apprezzeremo le proposte dei concorrenti solo con lo scorrere del tempo.
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