A rivelarlo è stata la NASA, che tramite i satelliti continua tutt’ora a monitorare gli incendi scoppiati nella parte Sud-Est del paese e le possibili conseguenze derivate dalla vasta nube di fumi che hanno emanato. Secondo l’agenzia spaziale americana le condizioni meteorologiche di quest’anno, tra cui l’ondata di caldo record e la siccità, hanno portato ad un inusuale numero di temporali causati dai fumi dei fuochi scoppiati in Australia.
Il fenomeno è conosciuto col nome di Piro-Cumulonenbi: delle nubi temporalesche che si originano dai fumi degli incendi. Queste nubi creano tempeste con forti raffiche di vento e fulmini che a loro volta possono diventare delle micce e far scoppiare altri fuochi, con effetti drammatici sull’ambiente.
“Ci si aspetta che il fumo degli incendi faccia almeno un giro completo intorno al globo per poi ritornare di nuovo sui cieli dell’Australia” affermano gli esperti della NASA, e riportano che il fumo degli incendi ha avuto un impatto drammatico sulla qualità dell’aria anche in Nuova Zelanda. Infatti, nella foto scattata dai satelliti si nota la nube di fumi e ceneri che si sposta dalla costa est dell’Australia fino alla regione di Wellington, a 2000 chilometri circa di distanza.
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L’immagine della vasta nube di fumo sull’Australia è stata scattata da AstroLuca, capitano della ISS
Il 14 Gennaio l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha condiviso sui suoi canali social un’immagine che ritraeva l’enorme quantità di fumo presente sulle coste dell’Australia. A scattare la foto, da subito diventata virale, è stato Luca Parmitano, l’astronauta Italiano in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). AstroLuca, parlando a tutte le persone che lo seguono sui suoi profili social, ha ammesso: “Parlando con i miei compagni di equipaggio, abbiamo realizzato che nessuno di noi, prima d’ora, aveva mai visto incendi di una portata così terrificante”.
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