Romano Prodi chiede a Zingaretti di aprire le porte del PD
Per Romano Prodi, la tenuta del Partito Democratico in Emilia-Romagna deve essere stata doppiamente dolce. Ecco le sue dichiarazioni post-voto
Per Romano Prodi, la tenuta del Partito Democratico in Emilia-Romagna deve essere stata doppiamente dolce. A casa sua, infatti, il PD ha vinto con ampio margine sulla Lega e sembra rilanciare definitivamente i dem come primo competitor del carroccio. Proprio “il professore”, ex premier e storico esponente del centrosinistra, prova a marcare il cammino per il partito del Nazareno. “Nicola Zingaretti vada avanti con vigore con la riforma e spalanchi le porte del Partito Democratico.” Una ricetta che sembra ricalcare, in parte, le parole proferite in tempi non sospetti dallo stesso Zingaretti e dal capo delegazione dei dem al governo, Dario Franceschini. Prodi chiede al segretario di convocare “una grande assise aperta a tutti, dove discutere in modo libero e su come la politica debba interpretare i grandi cambiamenti della società”. L’ex primo ministro sembra aprire ulteriormente il ventaglio delle alleanze di presente e futuro.
Romano Prodi ringrazia le Sardine ma avvisa: “i partiti sono necessari”
Prodi cita anche le Sardine, ringraziandole pubblicamente (così come fatto dallo stesso Zingaretti nel corso della prima dichiarazione post-voto). Il professore crede che “i tempi esigono un cambiamento radicale di tutti i partiti politici. Queste elezioni ci lasciano il messaggio che i partiti sono necessari. L’idea di fare democrazia senza di loro dura poco”. Il plauso ai movimenti sociali, quindi, si accompagnerebbe a una necessità più profonda di rinnovamento degli attori politici fondamentali delle democrazie liberali.
Il professore, infine, ci tiene a rimarcare l’errore – a sua detta – commesso da Matteo Salvini nel rush finale della campagna elettorale, sulla citofonata tanto discussa a una famiglia tunisina nel quartiere del Pilastro. Prodi sottolinea che Salvini “ha perso enormemente nel quartiere del Pilastro.” Non solo: “Ha perso anche nel luogo simbolo della sua battaglia: Bibbiano. Non si accusa un’intera comunità, altrimenti quella reagisce”. Ricordiamo che proprio Salvini e Sardine si sono sfidati, sul finire della campagna elettorale, nel Comune tristemente noto per l’operazione denominata “Angeli e demoni”.
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