I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane sono ancora al centro delle cronache. Stavolta buone notizie per i consumatori, visto che si è registrata un’altra vittoria per una risparmiatrice che si era vista corrispondere interessi inferiori a quanto realmente le spettavano. La controversia legale è finita diretta all’Arbitro Bancario Finanziario – Collegio di Bari, per merito dell’Unione Nazionale Consumatori che ha preso in carico il caso della sua associata, che ha accolto il ricorso della risparmiatrice e condannato Poste Italiane al pagamento degli interessi effettivamente spettanti.
Buoni fruttiferi postali Serie Q: il caso a Molfetta
Cos’è successo? Nel dicembre del 1988 una risparmiatrice di Molfetta ha acquistato un buono fruttifero postale ordinario della Serie Q, un titolo che molti risparmiatori hanno acquistato e che ora si trova al centro di cronache giudiziarie che spesso vengono messe in risalto dai media, risolvendosi in favore dei risparmiatori. A essere citato è sempre quel Decreto Ministeriale del 1986, che rideterminava unilateralmente i tassi di interesse su questa tipologia di titoli. Come ricordato dall’avvocato Antonio Calvani di UNC che si è occupato del caso, “le Poste apposero sul retro dei titoli già stampati, che riportavano una tabella contenente rendimenti significativamente più alti, un timbro con i nuovi tassi, molto più bassi”.
Per l’avvocato, come riferito dal sito Quindici-Molfetta.it, il problema è sorto perché “il timbro riportato sul retro del titolo conteneva i nuovi tassi di interesse riguardanti solo i primi 20 anni, nulla disponendo con riferimento al periodo dal 21° al 30° anno”. L’anomalia ha riguardato così l’ultimo decennio di sottoscrizione, per il quale, come stabilito dall’ABF, la risparmiatrice è stato chiesto che ottenesse i tassi di interessi stampati sul titolo e non quelli previsti dal Decreto del 1986.
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Buoni fruttiferi postali Serie Q: perché i risparmiatori stanno vincendo contro Poste Italiane
In questo modo l’ABF ha riconosciuto la legittima prevalenza di quanto scritto sul titolo e non di quanto apposto da Poste Italiane dopo il DM del 1986. Si tratta insomma di un precedente importante, perché interessa tutti i risparmiatori che hanno sottoscritto questa tipologia di buono e che si sono trovati o potrebbero trovarsi di fronte a un problema come quello sopra descritto, ovvero la mancata corresponsione degli interessi effettivamente spettanti relativi all’ultimo decennio di sottoscrizione del Buono. Sotto questo aspetto, il legale suggerisce di verificare con attenzione gli interessi liquidati da Poste relativamente ai buoni fruttiferi della serie Q, P/Q e P/O, anche perché ogni caso va analizzato a sé, ricordando però che “anche chi ha già incassato i titoli negli anni scorsi può ottenere la differenza eventualmente spettante”, naturalmente sempre che non sia intervenuta nel frattempo la prescrizione.
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