Quanto guadagna un assistente parlamentare: stipendio e importo lordo
Quanto guadagna un assistente parlamentare: andiamo a rispondere prendendo come riferimento l’anzianità di servizio e l’importo lordo annuo.
Con il referendum sul taglio dei parlamentari torna in auge il discorso sui guadagni dei parlamentari, deputati e senatori. Ma ci sono da considerare anche altre figure, soprattutto alla luce del concorso per assistente parlamentare al Senato, per il quale i candidati che stanno partecipando si staranno domandando: Se vinco, quanto guadagnerò mensilmente? A quanto ammonterà il mio stipendio? Quale sarà l’importo lordo annuo? Cerchiamo di rispondere.
Quanto guadagna un assistente parlamentare
Quanto guadagna un assistente parlamentare? Per rispondere a questa domanda bisogna prendere come riferimento il quadro delle retribuzioni annue lorde dei dipendenti della Camera dei Deputati ripartite per anzianità e qualifica iniziale. Quello del Senato non dovrebbe discostarsi troppo, poiché, come abbiamo visto in questo articolo, lo stipendio di un deputato non è così dissimile da quello di un senatore, sebbene possano variare alcune parti accessorie, senza tralasciare l’anzianità di servizio.
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Quanto guadagna un assistente parlamentare: la tabella
Riassumiamo nella seguente tabella il quadro aggiornato al 1° gennaio 2019 della retribuzione annua per gli assistenti parlamentari della Camera.
Anzianità di servizio | Stipendio lordo annuo | Oneri previdenziali |
---|---|---|
All’ingresso | 34.825,16 euro | 6.083,56 euro |
Dopo il 10° anno | 50.961,63 euro | 8.932,76 euro |
Dopo il 20° anno | 90.317,09 euro | 15.886,49 euro |
Dopo il 30° anno | 122.729,58 euro | 21.621,52 euro |
Dopo il 35° anno | 128.368,98 euro | 22.620,74 euro |
Dopo il 40° anno | 137.368,28 euro | 24.215,13 euro |
Alle retribuzioni sopra elencate va anche aggiunta l’indennità di funzione mensile che corrisponde a 378 euro netti per l’assistente parlamentare superiore e a 333,31 euro netti per il vice assistente parlamentare superiore. Inoltre si precisa che “le retribuzioni indicate nella tabella sono sottoposte alle aliquote Irpef (e relative addizionali) previste dalla legge, fino all’aliquota marginale del 43%”. E infine, che “ai trattamenti sopraindicati superiori al limite previsto, per la categoria di appartenenza, dalla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del 30 settembre 2014, sono state applicate, dal 1° gennaio 2015, riduzioni operanti sulla base di scaglioni e aliquote crescenti. Tali limiti e riduzioni hanno trovato applicazione fino al 31 dicembre 2017, a seguito di decisioni assunte in sede giurisdizionale”.
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