Pensioni ultima ora: autonomi a rischio, l’analisi sui dipendenti

Pubblicato il 31 Gennaio 2020 alle 18:45 Autore: Giuseppe Spadaro

Pensioni ultima ora: la discussione tra governo e sindacati e gli effetti del ricalcolo contributivo. Alcune considerazioni rispetto ai lavoratori autonomi.

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Pensioni ultima ora: autonomi a rischio, l’analisi sui dipendenti

Pensioni ultima ora: le varie forme previdenziali e tutto ciò che riguarda gli assegni pensionistici sono in queste settimane molto al centro dell’attenzione. Infatti l’avvio del confronto tra governo e sindacati per scrivere una nuova riforma previdenziale ha dato ulteriore slancio al dibattito già abbastanza attivo da qualche anno a questa parte.

Pensioni ultima ora, al via la discussione tra governo e sindacati

Proprio l’intenzione di una nuova struttura con cui dare seguito ad una revisione della riforma Fornero e la scadenza prossima, 31 dicembre 2021, di quella che ricordiamo essere una misura provvisoria quale è Quota 100 sono i punti di partenza del lavoro avviato da esecutivo e sindacati.

Il tema dei lavoratori autonomi e l’eventuale maggiore penalizzazione con ricalcolo contributivo

Pensioni ultima ora – La discussione sulle varie ipotesi in campo riporta in primo piano il dibattito sulle conseguenze del ricalcolo contributivo delle pensioni. E questo inciderebbe soprattutto nel caso si concretizzasse una delle ipotesi attualmente in discussione che prevede una maggiore flessibilità dell’età di uscita dal lavoro a fronte appunto del ricalcolo contributivo. Si tratta in particolare della proposta lanciata dal presidente in carica dell’Inps Pasquale Tridico. Ecco le sue parole: “la flessibilità rispetto ai 67 anni va garantita, soprattutto se ragioniamo in termini di logica contributiva. Si fissa una linea di età per l’uscita, poi il lavoratore deve essere libero di scegliere quando andare in pensione. Ovviamente con ricalcolo contributivo, come avverrà per tutti dal 2036. È poi necessario prevedere pensioni di garanzia per i giovani, coprendo i vuoti contributivi dovuti al lavoro precario”.

A questo punto si pone, come detto, la questione dei lavoratori autonomi. Perché, come segnalato anche dal quotidiano Il Messaggero, sarebbero loro a pagare più di altri in termini minori importi degli assegni pensionistici. E per spiegare il concetto si cita l’esempio di Opzione Donna. “Nelle varie relazioni tecniche il governo ha indicato nel tempo percentuali diverse, ma con una caratteristica costante: riduzione maggiore per le lavoratrici autonome (si va dal 17 al 27 per cento) rispetto alle dipendenti (8-18 per cento)”. Per cui nel prosieguo della discussione va certamente tenuto in considerazione tale aspetto per non penalizzare e rendere eccessivamente esigue le pensioni dei lavoratori autonomi che in molti casi hanno già risentito della crisi economica che ha investito il Paese negli ultimi anni.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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