Erano belli i tempi del regime forfettario, staranno pensando alcuni di quei titolari di partita Iva che a partire dal 2020 sono stati esclusi dal regime forfettario. Belli in quanto esenti da tutti gli adempimenti fiscali che quest’anno torneranno con tanto di scadenze da ricordare. Ricordiamo, infatti, che chi ha superato i 30 mila euro di reddito da lavoro dipendente o assimilato o i 20 mila euro di spese per il personale dipendente, dal 2020 è escluso dal regime forfettario. Secondo alcune stime riportate dal Sole 24 Ore le unità uscite dal regime agevolato corrispondono ad alcune centinaia di migliaia.
Partita Iva ex regime forfettario: i nuovi adempimenti fiscali
Torna l’obbligo di applicare l’Iva sulle cessioni di beni e prestazioni di servizi. Se lo scorso anno i clienti, soprattutto abituali, non l’hanno pagata, sarà utile avvisarli per tempo che a partire da quest’anno è da considerare la maggiorazione determinata dall’imposta. La sola eccezione è per quelle fatture emesse nel 2019 ma pagata nel 2020, in quanto l’operazione è stata effettuata l’anno precedente. A proposito di Iva tornerà la liquidazione periodica (mensile o trimestrale) e il ripristino dell’ordinaria contabilità.
Altro aspetto di chi opera nel regime forfettario è l’esenzione dall’utilizzo della fattura elettronica. Pertanto gli ex forfettari saranno tenuti a dotarsi dell’apposito codice univoco per emettere la fattura elettronica.
Come ricorda il quotidiano economico, la partita Iva uscita dal regime forfettario subirà anche la ritenuta d’acconto sui compensi professionali o per le intermediazioni o dovrà applicarla quando sarà lui stesso a erogare i compensi.
Diversa sarà invece la tassazione sui compensi maturati nel 2019, ma incassati nel 2020, visto che su di essi sarà applicata l’imposta ordinaria del regime di riferimento del 2020 e non più quello forfettario.
Partita Iva ex regime forfettario 2020: i vantaggi
Di contro la partita Iva ex forfettaria potrà tornare a scaricare le spese e a godere delle detrazioni ai fini Iva, e in particolare potrà fruire della rettifica della detrazione ai fini dell’Iva. “Per gli acquisti di beni strumentali effettuati negli ultimi cinque anni (dieci per gli immobili) c’è il diritto alla detrazione nella misura di tanti quinti o decimi non ancora maturati al 1° gennaio 2020”, scrive Il Sole 24 Ore, ricordando che spetta anche “il recupero dell’Iva sulle rimanenze di merci in giacenza a inizio 2020 procedendo all’inventario e alla valorizzazione dei beni in base ai prezzi delle fatture più recenti” e per i servizi ancora inutilizzati.
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