Lo dice la Consob ma lo sapevamo già. Gli italiani non amano il rischio.
Secondo l’Osservatorio del 2019 il 76% si dichiara avverso al rischio, il 63% avverso alle perdite. Solo il 10% dice di avversare le perdite ma tollerare il rischio.
Meno di metà, il 46%, si ritiene capace di risolvere problemi di tipo finanziario, e ancora meno, il 33%, si dichiara ottimista. Il che d’altronde è in linea con la generale avversione al rischio.
Quest’ultima sarebbe un problema, ma forse diventa una virtù considerando che a caratterizzare gli italiani è una conoscenza della finanza particolarmente bassa.
Ce lo dice sia la stessa Consob che l’OCSE. Quest’ultima ha rilevato nel 2017 che solo il 30% degli italiani aveva una conoscenza finanziaria di base adeguata, contro il 62% della media OCSE.
La Consob invece ha effettuato questionari da cui risulta che solo il 40% riesce a rispondere in modo esatto a domande su spread, rischio/rendimento, interesse composto, interessi, ecc.
E solo il 25% quando si parla di azioni, obbligazioni, fondi comuni
La conoscenza della finanza nell’epoca del trading online
Il problema è che questo è il tempo del trading online, della gestione autonoma dei propri risparmi.
Il 63% degli italiani, ci dice sempre Consob, non si fida degli intermediari finanziari, e il 28% si rivela però meno preparato di quanto asserisce.
Appare chiaro che sorge un rischio. Ovvero che risparmiatori senza competenze sufficienti in finanza prendano da soli decisioni sbagliate.
La soluzione è affidarsi evidentemente a delle guide. Per esempio dei top broker riconosciuti che sappiano guidare e con cui collaborare. Piattaforme che possano offrire anche account demo per imparare ed esercitarsi, così come webinar, e-book, corsi individuali, sia per principianti sia per investitori avanzati, nonché analisi quotidiane di mercato.
Si tratta di risorse indispensabili per creare un piano di trading, che serve a pianificare l’azione di investimento e a mitigare gli effetti di eventi, come delle perdite, che potrebbero in caso contrario portare l’investitore a fare scelte sbagliate e avventate, per l’ansia o per avidità e sete di rivalsa.
È anche così che ci rifornisce con l’esperienza e l’ausilio di chi già è a un livello più avanzato di quella cultura finanziaria che in molti ancora manca.
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