Pensioni ultima ora: l’avvio del confronto tra governo e sindacati per studiare una riforma previdenziale strutturale che sia utile a superare la riforma Fornero e andare oltre Quota 100 è il punto di partenza delle ultime osservazioni di Giuliano Cazzola.
Pensioni ultima ora, confronto su pensione di garanzia per i giovani
L’economista ed esperto della materia Giuliano Cazzola, sempre molto attendo al dibattito previdenziale (qui alcune sue considerazioni sugli effetti di Quota 100), ha criticato alcuni spunti emersi dal primo tavolo di confronto tra sindacati ed esecutivo. Come abbiamo scritto nel nostro articolo, il tavolo tematico ha avuto per oggetto la pensione di garanzia per i giovani. Con alcune precise richieste dei sindacati che sostanzialmente chiedono che il governo intervenga per consentire a chi è entrato nel mondo del lavoro dopo il ’96 di avere un assegno integrato da una contribuzione figurativa in cui siano valorizzati non solo i periodi di discontinuità dei contratti ma anche quelli dedicati alla formazione e alla cura familiare.
Le osservazioni di Giuliano Cazzola
Pensioni ultima ora – Con l’obiettivo dichiarato, e più volte ribadito dalle organizzazioni sindacali, di poter comunque dare ai giovani la possibilità di avere diritto ad “assegni dignitosi”. Le critiche di Cazzola, messe nero su bianco in un articolo a sua firma pubblicato da ilsussidiario.net, partono proprio dall’assegno di garanzia per i giovani.
Scrive Cazzola: “È uno strano modo di affrontare questo problema per almeno due motivi. Il primo: quando percepiranno la prestazione di garanzia i giovani saranno almeno anziani. Se si vuole forse parlare dei giovani d’oggi che secondo la mistica del precariato non riceveranno la pensione, sarebbe il caso di specificarlo, perché parlare di pensione per i giovani è una contraddizione in termini”.
Ed è il solo il primo affondo. “Il secondo: è singolare che le organizzazioni sindacali si attrezzino a tutelare i giovani per quando diventeranno anziani. A pensarci bene, però, l’assegno di garanzia potrebbe diventare una misura di carattere strutturale, perché se passasse l’ipotesi di consentire il pensionamento anticipato a partire da 62 anni con almeno 20 di anzianità purché la prestazione fosse interamente calcolata con sistema contributivo, le pensioni inadeguate non sarebbero solo quelle abbinate a non ben precisati “giovani”, ma a parecchie persone che scegliessero di avvalersi di questa via d’uscita”.
Pensioni ultima ora, Cazzola molto critica per la direzione intrapresa nel confronto governo-sindacati
Inoltre Cazzola si sofferma sulla “propensione per il pensionamento anticipato” che “è ormai scritto nel dna degli italiani e continua a essere favorito dal legislatore, com’è avvenuto anche lo scorso anno con quota 100 e con il blocco a 42 anni e dieci mesi (un anno in meno per le donne) del pensionamento anticipato a prescindere dal requisito anagrafico; deroghe sperimentali che resteranno in vigore, la prima fino a tutto il 2021, la seconda fino a tutto il 2026”. A questo punto Cazzola mette in luce il fatto che le misure passano da requisiti contributivi più lunghi a differenza di quanto avverrebbe nel caso di un “un radicale abbassamento del requisito contributivo in parallelo con la diminuzione netta dell’età pensionabile (62 anni), senza neppure il correttivo dell’indicizzazione all’aspettativa di vita”. Ipotesi che secondo quanto riportato dallo stesso Giuliano Cazzola andrebbe nella direzione opposta a quella da lui auspicata.
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