La fase di verifica partita tra le componenti della maggioranza va avanti e il PD cerca di dare una accelerata. Forte del buon risultato delle ultime regionali in Emilia-Romagna, Il Partito Democratico ha visto un incremento di consensi a livello nazionale, mentre il principale alleato dei dem continua a perdere terreno. Il Movimento 5 Stelle, in piena fase di riorganizzazione, si mostra aperto al dialogo e a non porre alcuna linea invalicabile, così come affermato dal nuovo capo della delegazione pentastellata al governo, il guardasigilli Alfonso Bonafede.
Dopo le sollecitazioni di Dario Franceschini (Ministro per i Beni Culturali e capo delegazione dei dem) e del segretario Nicola Zingaretti, è il turno di Andrea Orlando. Per l’ex ministro della Giustizia “serve un tagliando di governo e va fatto ora”. Dalle parti del Nazareno continuano a pressare gli alleati pentastellati per stilare quanto prima un cronogramma per il futuro. Ma ci sono tante questioni aperte che necessitano una risoluzione urgente.
Governo, ultime notizie: quali sono i punti sul tavolo
Il nodo principale che genera maggiori tensioni è, al momento, quello riguardante la prescrizione. E non è tanto la differenza di posizioni (che sembra appianabile) tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Qui, il partito di Renzi, Italia Viva, fa muro. Il PD prova a mediare tra le posizioni del primo partito di maggioranza e gli ex scissionisti dem, ma proprio tra PD e Italia Viva si è aperto un fronte di scontro che potrebbe incrinare ulteriormente i rapporti tra le due formazioni. Renzi ha annunciato che non sosterrà Emiliano per le prossime regionali in Puglia e conta di presentare una candidatura autonoma, con Azione di Calenda e Più Europa, che potrebbe essere rappresentata dalla capo delegazione di IV nel Governo, Teresa Bellanova.
Oltre il nodo prescrizione, c’è da discutere della resa del prestito di Alitalia (e, su questo, sembra esserci consenso nel concedere una proroga) e della concessione di Autostrade a Atlantia. Infine, è tempo di nomine nelle controllate e partecipate statali. In ballo ci sono all’incirca 400 posizioni.
I possibili punti d’incontro tra PD e M5S per l’avvio della fase due
Passando ai punti programmatici, la riforma dell’Irpef e la discussione sul salario minimo orario sembrano essere assolutamente centrali. La prima accompagnerebbe il taglio del cuneo fiscale. Il secondo è uno dei punti chiave del programma per il M5S. In entrambi i casi, ci sarà da discutere anche con attori sociali e corpi intermedi.
Le maggiori intese potrebbero sorgere sull’aumento degli investimenti nella ricerca e istruzione, oltre al progetto di transizione ecologica. Il “green deal” proposto da Zingaretti ben si sposa con una delle stelle del Movimento. Considerate le tempistiche (si tratta di progetti a lungo termine per i quali servono anni di lavoro e aggiustamenti sulla marcia), potrebbero essere proprio i temi portanti del rilancio dell’esecutivo giallo-rosso, con il 2023 (anno della fine naturale della Legislatura) nel mirino.
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