Matteo Salvini: “prescrizione riformicchia”. E aggiunge: “Lega non è autobus”
Abbiamo ricordato in più occasioni che le forze di maggioranza che sostengono l’esecutivo si stanno sfidando sul nodo prescrizione. Il Movimento 5 Stelle difende la riforma della Giustizia, voluta dal guardasigilli e attuale capo delegazione dei pentastellati, Alfonso Bonafede. Dall’altro, Italia Viva di Renzi insiste nella necessità di emendare fortemente il testo – in particolare, la parte che riguarda la prescrizione – e si affida ai voti di Forza Italia in Senato per fare pressione sugli alleati. L’emendamento Annibali (che sospenderebbe per un anno l’efficacia dell’ultima riforma della giustizia) potrebbe passare grazie ai voti dell’opposizione. Impossibile non guardare anche alla Lega: Matteo Salvini si dimostra scettico sull’attuale riforma e attacca duramente il ministro della Giustizia. Salvini riferisce di aver incontrato una delegazione di avvocati che gli avrebbe chiesto di “sbloccare questa pseudo riformicchia che solo Bonafede può ritenere utile”. Ricordiamo che anche durante l’esperienza giallo-verde, la prescrizione risultò terreno di scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Matteo Salvini va all’attacco del Movimento 5 Stelle e parla dei cambi di casacca
Salvini, in visita a Palermo per salutare la delegazione leghista al Palazzo dei Normanni, parla anche dell’emorragia di parlamentari pentastellati che volgono lo sguardo al misto o ad altre forze politiche.
“Posso dire che sono molto di più i no che i sì che diciamo. Accogliere tutti a prescindere non va bene, ma rifiutare chi viene da precedenti esperienze politiche come ha fatto il M5S è demenziale. Mi sembra che i dati elettorali stiano confermando questo trend per i 5 Stelle. Se entri in politica per mandare a casa la casta, che in Italia è il Partito Democratico, e poi per difendere la poltrona ti allei con la casta, che è il PD, ecco che in Calabria ed Emilia-Romagna raccogli zero”. Assicura che, in ogni caso, “c’è la fila per entrare, ma la Lega non è un autobus”, intendendo che non si può salire o scendere a convenienza. Promette, però, che “chi ha voglia di fare per il futuro invece è il benvenuto”.
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