Tarek Iurcich, in arte Rancore, torna sul palco dell’Ariston per il secondo anno consecutivo. Nonostante sia in attività dal 2004, è solo negli ultimi anni che il rapper romano ha deciso di uscire dalla scena underground e, al tempo stesso, occhi e orecchie degli ascoltatori si sono drizzate nella direzione dei suoi brani.
Tra il sodalizio con Dj Myke, l’ultimo album Musica per bambini e la collaborazione con Daniele Silvestri in Argento vivo, Tarek Iurcich torna a Sanremo con il suo nuovo inedito Eden.
In più occasioni Rancore ha definito sé stesso come rapper ermetico, relativamente ai testi da lui scritti. Basta dare un ascolto a brani come S.U.N.S.H.I.N.E. o Sangue di drago per rendersi conto della complessità del suo prodotto. Egli si focalizza su diverse tematiche come amore, esistenzialismo, nostalgia, separazione, maturità e, in generale, sulla difficoltà della vita, non dimenticando di far riferimento alle sue origini.
Eden, il suo nuovo brano, si presenta quindi come l’ennesimo – ma non per questo banale – testo esistenziale e impegnato. Nasce da un sogno che inizia dall’origine dell’umanità e ne ripercorre il percorso fino ai giorni nostri, partendo dalla mela che cade dall’albero. Ecco anche l’origine del nome. Eden perché, come per il peccato originale, l’uomo si ritrova a un bivio con diverse scelte da compiere che potrebbero inevitabilmente comportare un futuro invece di un altro. Il testo parla da sé, invitando però l’ascoltatore a non scoraggiarsi, piuttosto a prestarsi alla comprensione di un lavoro che è – come sempre – frutto della sinergia tra capacità di rapping e intellettuali dell’artista.
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Ecco il testo di Eden, la canzone portata a Sanremo da Rancore
Questo è un codice, codice
Senti alla fine è solo un codice, codice
Senti le rime è solo un codice, codice
Su queste linee solo un codice
L’11 settembre ti ho riconosciuto
Tu quando dici, grande mela è un codice muto
Tu vuoi nemici, sempre, se la strega è in Iraq
Biancaneve è con i sette nani e dorme in Siria
Passo ma non chiudo!
Cosa ci hai venduto?
Quella mela che è caduta in testa ad Isaac Newton
Rotolando sopra un iPad oro
Per la nuova era
Giù nel sottosuolo o dopo l’atmosfera
Stacca, mordi, spacca, separa
Amati, copriti, carica, spara
Stacca, mordi, spacca, separa
Amati
Carica
Noi stacchiamo la coscienza e mordiamo la terra
Tanto siamo sempre ospiti in qualunque nazione
Chi si limita alla logica è vero che dopo libera la vipera alla base del melo
Che vuole…
Quante favole racconti che sappiamo già tutti
Ogni mela che regali porta un’intuizione
Nonostante questa mela è in mezzo ai falsi frutti è una finzione
E ora il pianeta terra chiama destinazione
Nuovo aggiornamento, nuova simulazione
Nuovo aggiornamento, nuova simulazione
Come l’Eden
Come l’Eden
Come l’Eden, prima del ‘ta ta ta’
Come prima quando tutto era unito
Mentre ora cammino in questo mondo proibito
Come l’Eden
Come l’Eden
Come l’Eden, prima del ‘ta ta ta’
Quando il cielo era infinito
Quando c’era la festa e non serviva l’invito
Dov’è lei? Ora, dov’è lei?
Se ogni scelta crea ciò che siamo
Che faremo della mela attaccata al ramo?
Dimmi chi è la più bella allora dai, giù il nome
Mentre Paride si aggira tra gli dei ansiosi
Quante mele d’oro nei giardini di Giunone
Le parole in bocca come mele dei mafiosi
E per mia nonna ti giuro
Che ha conosciuto il digiuno
È il rimedio più sicuro
E toglierà il dottore in futuro
Il calcolatore si è evoluto
Il muro è caduto
Un inventore muore nella mela che morde c’era il cianuro
Questo è un codice, codice
Senti alla fine è solo un codice, codice
Senti le rime
E dopo
Stacca, mordi, spacca, separa
Amati, copriti, carica
Ancora
L’uomo è dipinto nella tela
Ma non vedi il suo volto è coperto da una mela
Si, solo di favole ora mi meraviglio
Vola
La freccia vola
Ma la mela è la stessa
Che resta in equilibrio
In testa ad ogni figlio
Come l’Eden
Come l’Eden
Come l’Eden, prima del ‘ta ta ta’
Come prima quando tutto era unito
Mentre ora cammino in questo mondo proibito
Come l’Eden
Come l’Eden
Come l’Eden, prima del ‘ta ta ta’
Quando il cielo era infinito
Quando c’era la festa e non serviva l’invito
E se potessi parlare con lei da solo cosa le direi
Di dimenticare quel frastuono
Tra gli errori suoi
E gli errori miei
E guardare avanti senza l’ansia di una gara
Camminare insieme sotto questa luce chiara
Mentre gridano
Guarda, stacca, mordi, spacca, separa
Amati, copriti, carica, spara
Amati, copriti, carica
‘Ta ta ta’
Come prima quando tutto era unito
Mentre ora cammino in questo mondo proibito
Come l’Eden
Come l’Eden
Come l’Eden, prima del ‘ta ta ta’
Quando il cielo era infinito
Quando c’era la festa e non serviva l’invito
Dov’è lei?
Ora, dov’è lei?
Se ogni scelta crea ciò che siamo
Che faremo della mela attaccata al ramo?
Se tu fossi qui
Cosa ti direi
C’è una regola
Sola
Nel regno umano
Non guardare mai giù se precipitiamo
Se precipitiamo
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