Come abbiamo scritto in questo articolo, con la circolare n. 10 del 30 gennaio 2020 l’Inps ha fornito informazioni sul limite ordinamentale per i dipendenti delle pubbliche Amministrazione, titolari dell’assegno di invalidità.
Requisiti pensione di vecchiaia anticipata per i titolari di pensione invalidità
Al capitolo 3 della citata circolare Inps sono specificati i requisiti e le condizioni della pensione di vecchiaia anticipata.
- L’accertamento dello stato di invalidità in misura non inferiore all’80%;
- Compimento dell’età anagrafica (55 anni per le donne, 60 anni per gli uomini) adeguata agli incrementi alla speranza di vita, che per gli anni 2019 e 2020 sono pari a 12 mesi (e quindi 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini);
- Decorso di 12 mesi dalla data di maturazione del requisito (anagrafico, contributivo o sanitario) da ultimo perfezionato.
Sempre i dipendenti pubblici che hanno i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata, devono essere collocati a riposo una volta compiuti 65 anni di età, dopo apposita verifica dei requisiti sanitari richiesta dall’Amministrazione di riferimento.
Pensione di invalidità e dipendenti pubblici: di costa stiamo parlando?
Pensione di invalidità e dipendenti pubblici nella stessa frase? Com’è noto la pensione ordinaria di invalidità spetta ai lavoratori iscritti presso l’Assicurazione generale, presso una gestione sostitutiva o la Gestione Separata, con almeno 5 anni di contributi (di cui 3 maturati nell’ultimo quinquennio) e invalidità che riduce la capacità lavorativa di almeno 2/3.
La pensione per inabilità: i trattamenti previsti per i dipendenti pubblici
I soggetti che non possono percepire l’assegno di invalidità sono i lavoratori iscritti alle gestioni dei dipendenti pubblici. A loro sono riservati due trattamenti specifici, ovvero la pensione per inabilità alle mansioni e la pensione per inabilità al proficuo lavoro. I requisiti di accesso a questa tipologia di pensione sono diversi da quelli richiesti per ottenere l’assegno ordinario di invalidità, visto che sono richiesti 15 o 20 anni di contributi (in base alla gestione previdenziale alla quale si è iscritti e al tipo di inabilità).
La pensione per inabilità alle mansioni riguarda la riduzione della capacità lavorativa, ma ristretta ad alcune specifiche attività. Come ricorda La Legge Per Tutti, possono averla i dipendenti di enti locali che abbiano almeno 19 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile, nonché i dipendenti statali che abbiano 14 mesi, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile.
La pensione per inabilità a proficuo lavoro riguarda invece l’inabilità a svolgere un lavoro in maniera redditizia e continuativa, da non confondere con l’inabilità permanente e assoluta a qualsiasi attività lavorativa, ed è concessa a 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile.
Invalidità Inps e malattie cardiache: come avere la pensione
A chi si rivolge la circolare Inps n. 10/2020
La circolare Inps che abbiamo citato in precedenza parla esplicitamente di assegno ordinario di invalidità, ma è rivolta solo ai lavoratori dipendenti pubblici iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria Inps. Nell’ultimo capitolo della circolare, troviamo testualmente scritto quanto segue: “Le presenti disposizioni si applicano esclusivamente nei confronti dei dipendenti pubblici iscritti presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’assicurazione generale obbligatoria e titolari di assegno ordinario di invalidità previsto dall’articolo 1 della L. n. 222 del 1984”.
Se il dipendente pubblico che ha diritto a percepire il relativo assegno e ha un’invalidità pari almeno all’80%, in possesso dei requisiti, avrà la possibilità di convertire l’assegno di invalidità nell’assegno di pensione di vecchiaia anticipato. In caso di mancata richiesta, il lavoratore dovrà essere collocato a riposo dall’Amministrazione una volta raggiunti i 65 anni.
Pensione invalidità dipendenti pubblici: quanto spetta
L’importo di questo tipo di pensione viene calcolato in base all’anzianità contributiva maturata, a cui si aggiunge una maggiorazione che di fatto aumenta l’importo complessivo dell’assegno.
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