Partita Iva o dipendenti pubblici-privati: ecco le differenze sui figli
Una partita Iva e un dipendente pubblico o privato a confronto: a parità di salario, non spettano le stesse detrazioni per i figli a carico.
Una partita Iva operante nel regime ordinario, un’altra che invece lavora nel regime forfettario e un dipendente che opera nel settore pubblico o privato: un confronto tra queste tipologie di lavoratore ci rivela quanto effettivamente è già noto a chi mastica un po’ di lavoro, e in particolare di tassazione sul lavoro. A parità di reddito, le detrazioni non sono le stesse per tutti e il reddito effettivamente maturato rischia di essere molto diverso. A parlarne è stata Silvia De Santis in un servizio andato in onda nell’ultima puntata di DiMartedì.
Partita Iva e dipendenti pubblici: confronto detrazioni
Le partite Iva che operano nel regime forfettario non hanno diritto ad alcuna detrazione per i figli a carico, perché pagano una Irpef, per l’appunto forfettaria, e quindi più agevolata rispetto al regime ordinario.
Mettiamo il caso di un reddito imponibile di 20 mila euro. Seguendo questo esempio, il dipendente ha diritto a una detrazione di 746 euro; un titolare di partita Iva (regime ordinario) può detrarsi 712 euro, ovvero 34 euro in meno rispetto al dipendente.
Considerando invece un reddito di 60 mila euro, il dipendente ha diritto a 346 euro di detrazione, mentre un titolare di partita Iva ordinaria ha diritto a 248 euro, ovvero circa 100 euro in meno. Sostanzialmente, più aumenta il reddito, più la differenza di importo derivante dalla detrazione per figli a carico tra dipendente e lavoratore autonomo registra un incremento.
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In entrambi i casi, lo ricordiamo, la partita Iva aderente al regime forfettario non può fruire di alcuna detrazione.
Altro aspetto da valutare è anche l’Irpef netta sui redditi bassi, dalle quale si evincono differenze importanti. Su 20 mila euro di reddito, nell’esempio riportato dalla giornalista, gli autonomi pagano poco più di 4000 euro, mentre il dipendente paga poco più di 2.300 euro. Tuttavia, quando il reddito sale, l’Irpef netta diventa più o meno uguale e non sono da registrarsi grosse differenze tra il lavoratore autonomo e il dipendente.
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