Pensioni ultime notizie: un pacchetto per le pensioni e uno per la famiglia sono queste le priorità del governo Conte, annunciate durante un confronto con i ministri e altri rappresentanti del governo durante un tavolo incentrato su Occupazione e Welfare indetto a Palazzo Chigi. Il premier Conte, in quest’occasione, ha affermato che “il sostegno alla famiglia è un’assoluta priorità del governo già per il 2020” ed è nel piano perseguire una politica di ottimizzazione delle misure già esistenti, nonché l’istituzione di strumenti più efficaci “a sostegno della famiglia con particolare attenzione ai nuclei familiari numerosi e a basso reddito”.
Pensioni ultime notizie: Quota 100, addio anticipato?
Ma si è parlato anche di pensioni, visto che lunedì 10 febbraio 2020 è stato organizzato il secondo tavolo di discussione tra governo e sindacati per parlare di pensioni, e in particolare del tema delicato della flessibilità in uscita, il punto nel quale si registrano le maggiori distanze tra governo e sindacati. I sindacati hanno ad esempio bocciato la proposta del viceministro all’Economia Antonio Misiani di dire un addio anticipato a Quota 100 un anno prima della sua scadenza naturale, come riporta Repubblica. L’obiettivo del governo era quello di sostituire la misura in scadenza il 31 dicembre 2021 con una nuova forma di anticipo pensionistico, che però sarebbe stata meno costosa di Quota 100. I sindacati non hanno accettato la proposta per un semplice motivo: il governo non ha ancora teorizzato una proposta per il superamento di Quota 100, né tantomeno soluzioni concrete di flessibilità in uscita. I sindacati vogliono pertanto essere prima rassicurati su questo fronte, per poi poter parlare di un possibile addio anticipato a Quota 100.
Pensioni ultime notizie: flessibilità in uscita, quali soluzioni?
Pensioni ultime notizie – I sindacati hanno proposto la flessibilità in uscita con 62 anni di età e 20 anni di contributi, ma l’idea è stata subito bocciata dal governo perché insostenibile sotto l’aspetto dei costi. I sindacati, dal canto loro, bocciano ogni proposta che preveda una penalizzazione sull’assegno, come ad esempio il calcolo interamente contributivo che graverebbe sugli importi per un 30% in meno.
L’idea di compromesso sulla quale le parti potrebbero trovarsi d’accordo consiste in una proposta già teorizzata qualche anno fa da Cesare Damiano: si tratta di un ricalcolo contributivo con penalizzazione del 2% per ogni anno di uscita anticipata. Se ad esempio si dovesse uscire a 64 anni di età, la penalizzazione sull’assegno sarebbe solo del 6%, quindi, e non del 30%. La penalizzazione, insomma, andrebbe a sostituire il calcolo interamente contributivo, ma c’è da ragionare ancora sul fronte dei costi e, soprattutto, delle risorse a disposizione, non ancora complessivamente quantificabili.
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