Il problema rappresentato dalla presenza di muffa e umidità negli appartamenti, è – com’è noto – assai diffuso. Magari perché la propria abitazione non è nuovissima ed è a contatto con tubi o altre parti non in perfette condizioni, si rivela necessario un intervento di manutenzione ad hoc. D’altro canto le tracce o macchie di umidità e muffa sono antiestetiche e, nell’ipotesi il proprietario voglia vendere l’immobile, non sono un qualcosa da lasciar anche solo intravedere al potenziale acquirente. Ma per le spese relative all’eliminazione di muffa e umidità, la legge prevede delle specifiche detrazioni fiscali? Facciamo il punto.
Detrazioni fiscali in caso di lavori per muffe e/o umidità: quali sono
Il punto è capire se è possibile e in che misura, ottenere delle agevolazioni o benefici fiscali, nelle circostanze in cui siano necessarie opere di “messa in ordine” di alcune parti del caseggiato e delle camere interessate dalla presenza di tracce di muffa o umidità. In effetti, non sempre queste spese sono esigue e allora potrebbe rivelarsi assai vantaggioso, poter contare su qualche tipo di detrazione fiscale.
Ebbene, la risposta è affermativa: ci sono detrazioni fiscali per le spese in oggetto. Si tratta insomma di agevolazioni che però, per essere ottenute, richiedono di provare al Fisco l’effettuazione della spesa. In ogni caso, per evitare rischi è sempre meglio custodire tutti i documenti che attestano i pagamenti e le prestazioni di manutenzione svolte (ad es. le fatture).
Anzitutto, scatta – anche in caso di spese per eliminare muffa e umidità – il cosiddetto bonus facciate, previsto in manovra dall’attuale Governo. Tale beneficio vale per le opere di restauro e manutenzione della pareti dello stabile, ovvero le facciate, sia che si tratti di interventi ordinari, sia che si tratti di interventi straordinari. E, in tale insieme, trovano spazio anche le opere mirate a sistemare le pareti esterne, al fine di risolvere il problema.
In altre parole, ci sono detrazioni fiscali ed è possibile recuperare parte della spesa di rifacimento, in virtù di una detrazione del 90%. Tale bonus fiscale ha la peculiarità di essere distribuito nei dieci anni successivi, a partire dall’anno in cui l’opera è effettuata. Sarà invece del 50% la detrazione fiscale per il proprietario, in caso di spese di rifacimento e sistemazione di pluviali e cornicioni della facciata del caseggiato. Anche in queste circostanze, la detrazione è in pratica distribuita nel decennio successivo.
Laddove invece si rendano necessari uno o più interventi alla pareti interne del proprio appartamento, a causa delle infiltrazioni che hanno provocato macchie d’umidità e muffa, sarà necessario ritinteggiare l’ambiente. Anche in questo caso, per i costi di tinteggiatura, la legge vigente prevede detrazioni fiscali del 50%, ovvero quelle legate alle spese di ristrutturazione casa (di cui alla legge di Bilancio 2020).
Come potersi avvalere del bonus?
A questo punto, chiariamo come è possibile sfruttare tali agevolazioni o detrazioni fiscali che consentono di recuperare almeno parte del denaro speso. Ebbene, il proprietario dell’immobile è tenuto a pagare le spese in oggetto, per la parte esterna dell’edificio e per la ritinteggiatura all’interno della propria abitazione, servendosi del cosiddetto “bonifico parlante”, ovvero un bonifico bancario o postale che rende noti al Fisco elementi come:
- codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- causale del versamento;
- codice fiscale o numero p. IVA del beneficiario del pagamento.
Concludendo, è opportuno ricordare che andranno comunque conservate le ricevute di pagamento e le fatture emesse dal professionista incaricato del lavoro. Tuttavia, non sempre se ci sono errori nel bonifico parlante il Fisco non concede il bonus, anzi ultimamente ai contribuenti è permesso di regolarizzarsi e mettersi in regola al fine di ottenere le detrazioni fiscali in oggetto.
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