Pensioni ultima ora: nuova anticipata, stop dei sindacati. La trattativa
Pensioni ultima ora: il governo vorrebbe accelerare per soluzioni sostenibili. Stop dei sindacati versoi strade ritenute troppo penalizzanti.
Pensioni ultima ora: il confronto tra governo e sindacati avviato lo scorso 27 gennaio 2020 ha la finalità di tracciare la prossima riforma previdenziale in modo da evitare che alla scadenza di Quota 100, al momento fissata al 31 dicembre 2021, si torni alle regole della riforma cosiddetta Fornero approvata dal Governo guidato da Mario Monti.
Pensioni ultima ora, lo scontro tra governo e sindacati
Le organizzazioni sindacali spingono perché venga aumentata la flessibilità in uscita dei lavoratori in modo da consentire di andare in pensione prima. L’idea proposta è di consentire ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni di età e 20 anni di contributi. Soluzione bocciata dal governo in quanto ritenuta troppo costosa e non sostenibile. Infatti qualsiasi regola previdenziale va sempre valutata alla luce dei costi e delle risorse disponibili. Proprio la difficile ricerca di un equilibrio tra risorse, andamento demografico e richieste dei sindacati ha sinora creato oggettive difficoltà alla individuazione di soluzioni perseguibili.
I sindacati, pur apprezzando la volontà di dialogo da parte del governo, chiedono impegni concreti. Hanno ad esempio rispedito al mittente le ipotesi secondo cui i lavoratori potrebbero in futuro uscire in anticipo dal mondo lavoro con il ricalcolo contributivo. In pratica potrebbero avere maggiore flessibilità ma concedendo dal punto di vista dell’importo degli assegni pensionistici. In base alle simulazioni dei tecnici incaricati dalla Cgil i sindacati dovrebbero poter rinunciare anche al 30% dei loro assegni. Una condizione ritenuta non accettabile da parte delle organizzazioni sindacali.
Le difficili soluzioni
Pensioni ultima ora – Le variabili in discussione sono prevalentemente tre: requisiti contributivi, età anagrafica e criterio di calcolo dell’assegno pensionistica. Un’altra soluzione presa in considerazione dal governo è quella di Quota 102: una sorte revisione di Quota 100. Con Quota 102, si andrebbe in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Altra soluzione malvista da parte dei sindacati. Al momento il confronto potrebbe ripartire da altre soluzioni, magari controproposte dagli stessi sindacati. Si fa riferimento ad un proposta secondo cui, senza ricalcoli, si potrebbe andare in pensione dai 63 anni. E altre soluzioni che farebbero scattare forme di penalizzazione meno pesanti per i lavoratori. Il punto di caduta al momento sembra ancora distante ed in ogni caso dovrà passare dalla disponibilità delle risorse.
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