Il tormentone sul processo a Matteo Salvini vede nella giornata di oggi, 12 febbraio, un momento chiave. Il senatore e leader dell’opposizione viene indagato dalla procura di Catania per sequestro di persona, per non aver concesso l’approdo della Gregoretti (imbarcazione della Guardia Costiera) in porto italiano per via di 131 migranti recuperati in mare.
La differenza tra il caso Diciotti e il caso Gregoretti. Per De Falco “inutile crudeltà”
A differenza dell’analogo caso dell’anno scorso, nel quale il Movimento 5 Stelle – allora alleato di governo della Lega – votò contro l’autorizzazione a procedere, in questo caso la maggioranza parlamentare che sostiene l’esecutivo si posizionerà per mandare a processo – come richiesto dal tribunale di Catania – il leader del Carroccio. In ambo i casi – sia per la Diciotti che per la Gregoretti -, si trattava di imbarcazioni italiane. È stato il senatore e comandante Gregorio De Falco (ex M5S) a spiegare che “la Diciotti è una nave di 100 metri, costruita e allestita per il soccorso d’altura. La Gregoretti è di 60 metri e costruita per l’attività di vigilanza che non può tenere a bordo un gran numero di persone per tanto tempo e sotto il sole: fu un’inutile crudeltà”.
Ci sarà l’autorizzazione a procedere
Come affermato, sembra davvero impossibile rovesciare la maggioranza. A Palazzo Madama, i senatori voteranno in maggioranza per l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. La compagine leghista uscirà dall’aula in segno di protesta. Negli ultimi giorni il leader del Carroccio aveva chiesto di votare sì all’autorizzazione a procedere ma l’esperta avvocatessa Giulia Bongiorno sembra avergli fatto cambiare idea. Un sì da parte della sua forza politica avrebbe potuto rappresentare – secondo la Bongiorno – una vera e propria ammissione di colpa, e non sarebbe stato preso unicamente come un gesto simbolico di protesta contro la maggioranza. La stessa ex ministra ha affermato che “l’idea che un uomo possa rimanere per anni e anni a processo non dovrebbe piacere a nessuno. E questo certamente lo farò presente a Matteo Salvini. Lui pensa di andare in aula e dimostrare davanti a tutti in tempi brevi che ha ragione. Però, questo rischia di non succedere. I tempi potrebbero essere lunghissimi.”
Le dichiarazioni dall’Aula e fuori
Salvini ritiene che “qualcuno a sinistra cerca di eliminarmi per via giudiziaria, ma io non scappo. Confido nella terzietà dei giudici”. Renzi sembra raggiante: “Salvini vuole andare a processo e noi ce lo manderemo” ma aggiunge, anche, che non vede gli estremi per un reato. La vicepresidente dei dem, Anna Ascani, ha fugato qualsiasi dubbio sul voto della maggioranza: “Il Senato non deve decidere se Salvini è colpevole o no, ma è chiamato a stabilire se Salvini ha agito per tutelare l’interesse nazionale. Noi pensiamo che non sia così e voteremo di conseguenza”.
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