Si complica la questione delle “bollette 28 giorni”, l’escamotage messo a punto dalle compagnie telefoniche che, tra giugno 2017 e aprile 2018, hanno prodotto fatture “a 28 giorni”, anziché un mese, ricavando così il guadagno di un’intera mensilità in più. La questione sembrava risolta una volta per tutte dalla sentenza del Consiglio di Stato che impegnava le compagnie all’erogazione di rimborsi automatici. Ma le associazioni dei consumatori e gli utenti che esigono dalle compagnie telefoniche i rimborsi automatici dovuti, senza volersi perdere nella giungla delle offerte cosiddette compensative (che compensative propriamente non sono), sono ormai da tempo sul piede di guerra. Vediamo cosa dicono le sentenze che hanno condannato gli operatori telefonici all’erogazione dei rimborsi automatici, a quanto ammontano rimborsi e indennizzi e come ottenerli.
Rimborso bollette 28 giorni: indennizzo e risarcimento per gli utenti
La più recente sentenza corrisponde infatti alla decisione del Consiglio di Stato, le cui motivazioni sono state rese note lo scorso 4 febbraio, in cui si è insistito sul concetto di rimborso automatico per tutti quegli utenti che tra giugno 2017 e aprile 2018 si sono visti fatturare bollette a 28 giorni, un escamotage tramite il quale le compagnie hanno guadagnato un ulteriore mese in più di pagamento. Oltre ai rimborsi automatici delle bollette, le compagnie dovranno anche risarcire gli utenti tramite interessi e indennizzi.
Le cifre dei rimborsi
Parlando di cifre, si parla di rimborsi tra 30 e 50 euro per gli utenti, più gli interessi legali maturati fino al momento dell’agognato rimborso e a un risarcimento di 2 euro, richiesto dal Codacons visto il ritardo nel rispetto delle sentenze espresse da Agcom e Consiglio di Stato. Il Codacons invita peraltro gli utenti ad affidarsi all’associazione, che si occuperà della questione, previa iscrizione (dal costo di 2 euro, il prezzo dell’indennizzo).
Bollette 28 giorni: come ottenere il rimborso
Intanto, sempre stando al Codacons, fino a oggi solamente il 5% degli aventi diritto ha ottenuto il rimborso spettante. Che si può avere sia affidandosi all’assistenza legale delle associazioni dei consumatori, come scritto sopra, sia autonomamente, ma cercando di interpretare le strade spesso intricate proposte dalle compagnie (e soprattutto cercando di non farsi fregare, ricevendo meno di quanto spetta veramente).
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