Sciopero scuola marzo 2020: data e quando è previsto. Le motivazioni
Sciopero scuola a marzo 2020: per ora sono state indette due agitazioni. Ecco le date in cui sono previsti gli scioperi e le ragioni.
Sciopero scuola a marzo 2020: due le date incriminate, anche se la partecipazione sindacale sarà diversa. Andiamo a vedere le date degli scioperi nel settore scuola previste per il prossimo mese, le sigle sindacali coinvolte, gli orari dell’agitazione e le motivazioni alla base dello stop.
Sciopero scuola marzo 2020: le date
La prima data da tenere a mente è quella di venerdì 6 marzo, giornata chiave dello sciopero scuola, visto il coinvolgimento del maggior numero di sindacati. Lo stop è stato infatti proclamato da FLC Cgil, Cisl, FSUR Uil Scuola Rua, Snals, Confsal e Gilda Unams e durerà tutta la giornata. Il secondo stop è invece previsto per martedì 17 marzo, ma in questa giornata lo sciopero è stato proclamato dal solo Unicobas. In entrambe le date, comunque, c’è il forte rischio che possano saltare le lezioni.
Invero, lo sciopero era stato originariamente fissato per il 17 marzo: i sindacati sopra elencati hanno poi deciso di anticipare l’agitazione al 6 marzo, mentre Unicobas è rimasto fermo alla data del 17. Il coordinatore nazionale di Gilda Unams, Rino Di Meglio, ha affermato che “la decisione di anticipare la data della mobilitazione è dettata dall’urgenza e dalla gravità della posta in ballo e dalla totale chiusura dimostrata dalla ministra Azzolina che, invece di ricucire il dialogo con le organizzazioni sindacali, preme sull’acceleratore per affrettare la pubblicazione dei bandi di concorso attualmente all’esame del Cspi”. Qualora non dovesse esserci alcuna risposta dall’Amministrazione Di Meglio promette che “lo sciopero del 6 marzo sarà soltanto il primo atto di una lunga mobilitazione”.
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Le motivazioni
A parlare delle motivazioni dello sciopero è stata anche Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl Scuola, che cita il precariato, il reclutamento e le abilitazioni, per le quali il ministro Azzolina “sta assumendo sempre più atteggiamenti di chiusura, apprestandosi a compiere scelte in netto contrasto con gli obiettivi condivisi in mesi di trattative fra le parti”.
L’atteggiamento del ministro Azzolina è dunque nel mirino dei sindacati, che in un comunicato congiunto citano anche gli impegni sottoscritti con il premier Conte lo scorso 24 aprile, laddove “si condivideva l’esigenza di individuare le più adeguate e semplificate modalità per agevolare l’immissione in ruolo del personale docente che abbia una pregressa esperienza di servizio pari ad almeno 36 mesi di servizio”. Infine, “non sono state attivate le procedure contrattuali o legislative per portare a soluzione il problema degli assistenti amministrativi, privi di titolo di studio specifico, che hanno svolto per almeno tre anni le funzioni dei Dsga; non è stato avviato il confronto politico in merito ai percorsi di abilitazione strutturali, rispetto ai quali deve trovare riconoscimento l’esperienza professionale acquisita; né è stato convocato il tavolo di contrattazione nazionale integrativa sulla mobilità territoriale e professionale del personale docente educativo e Ata”.
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