Pandemia, epidemia o endemia: differenza contagio e quando scattano
Pandemia, epidemia, endemia: tre termini che hanno significati diversi. Ecco quali sono le principali differenze e cosa bisogna sapere.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente affermato, a proposito del coronavirus, che si deve ancora parlare di epidemia, e che di conseguenza utilizzare il termine “pandemia” è inopportuno, oltre che falso. Questa dichiarazione ha portato molte persone a interrogarsi sulla definizione e sul significato dei termini che si sentono più spesso in questi giorni: pandemia, epidemia ed endemia. Andiamo a scoprire cosa significano.
Pandemia: definizione e significato
La pandemia è l’evoluzione di un’epidemia, soprattutto a livello geografico. Si tratta infatti di un’epidemia che si è diffusa in modo rapido e pressoché simile tramite diverse aree geografiche nel mondo. Tra le pandemie più note figurano l’influenza spagnola del 1918 e l’influenza asiatica del 1957. Risulta difficile comunque etichettare una pandemia: come riportato da Il Post, tanto per fare un esempio, il virus della SARS del 2003 non fu definita pandemia nonostante avesse colpito ben 26 Paesi. La sua diffusione fu contenuta in tempi rapidi e poche nazioni vennero colpite. Affinché il coronavirus possa essere definito pandemia, dunque, dovrebbe toccare più paesi in diversi continenti e accelerare la pratica e la diffusione del contagio. Quindi, se in un altro Paese al di fuori della Cina si registrassero numeri di contagi e decessi vicini a quelli segnalati nel Paese asiatico, allora si potrebbe parlare di pandemia. Ma finora i numeri individuati in Paesi come Corea del Sud, Iran e Italia sono ancora troppo bassi.
Epidemia: differenze con pandemia
Abbiamo spiegato che la pandemia è l’evoluzione di un’epidemia, ma cos’è esattamente un’epidemia? Si tratta di una manifestazione collettiva di una malattia concentrata in una determinata area o che coinvolge un numero di persone maggiore rispetto all’ordinario. L’epidemia è spesso scatenata da una variazione di un virus già noto e quindi più resistente contro le cure, oppure di un nuovo virus che l’uomo è costretto a fronteggiare per la prima volta. È corretto utilizzare il termine epidemia quando ci si trova di fronte a un evento eccezionale: a oggi non si può parlare di epidemia per l’Aids, e nemmeno per l’influenza, perché i casi ogni anno di contagio risultano stabili, anche se numerosi. Di contro, l’esplosione improvvisa di una malattia che colpisce un importante numero di persone, seppure inferiore a quelle colpite da un’altra malattia più comune, può essere definita epidemia. Al momento attuale il coronavirus è a tutti gli effetti un’epidemia e non una pandemia per le ragioni che abbiamo spiegato in precedenza.
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Endemia: cos’è e cosa significa
Veniamo ora al termine endemia: si definisce tale una malattia che è costantemente presente o molto frequente in una popolazione o territorio per cause differenti. È definita una malattia endemica la talassemia in Sicilia e Sardegna, mentre in alcune zone asiatiche perfino la malaria è endemica. Lo stesso dicasi dell’Aids in alcuni territori africani.
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