Pensioni ultima ora: Quota 100 addio per abolire la Riforma Fornero
Pensioni ultime notizie: la disamina del prof. Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e alcuni suggerimenti per il futuro.
Pensioni ultima ora: il dibattito sulla materia previdenziale è apertissimo (qui l’intervento di Claudio Durigon della Lega contro l’ex ministro Fornero) e come già avvenuto anche nelle scorse settimane il professor Alberto Brambilla, economista e Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, si è espresso sulla materia offrendo alcuni suggerimenti. Ricordiamo che Brambilla è tra i principali esperti della materia nel nostro Paese nonché protagonista della discussione intorno alle materie pensionistiche.
Pensioni ultima ora, il prof. Brambilla: gli errori dalla riforma Fornero in poi
Il professor Brambilla, nel suo intervento pubblicato dal sito pensionipertutti.it, dopo aver compiuto una disamina sulla situazione degli ultimi anni, ovvero dalla riforma Fornero in poi, ha affrontato anche l’argomento Quota 100. Innanzitutto l’economista ha rilevato come nel tempo «anziché intervenire in modo stabile e definitivo, i governi post-riforma si sono però sì sforzati di rispondere al problema, ma sempre con istituti e soluzioni “in deroga” ai limiti fissati dalla Monti-Fornero». Un errore anche in virtù delle risorse impiegate senza garantire una soluzione stabile.
Per Brambilla Quota 100 ad esempio ha il limite di non tenere conto delle specifiche situazioni dei lavoratori. In sostanza per l’economista è sbagliato concedere la pensione anticipata anche ai lavoratori che «in assenza di particolari situazioni fisiche e familiari o estranei a mansioni particolarmente critiche avrebbero potuto continuare a lavorare».
Le tre criticità su cui si dovrebbe intervenire secondo il prof. Brambilla
Pensioni ultima ora – Passando alla fase propositiva, nel suo editoriale Brambilla, si è soffermato sulle «tre principali criticità sulle cui intervenire con altrettanti strumenti di semplificazione del sistema».
Vediamo insieme quali sono i punti citati dal Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. «La totale equiparazione delle regole anche per i cosiddetti contributivi puri che hanno iniziato a lavorare dall’1/1/1996 e l’istituzione di un “fondo pensione” loro dedicato e alimentato da subito con 500 milioni l’anno proprio per finanziare, nel concreto a partire dal 2036, quelle tutele (a cominciare dall’estensione dell’integrazione al minimo) di cui oggi non dispongono».
A seguire: «il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita del requisito di anzianità contributiva richiesto per la pensione anticipata, con ulteriori sconti per lavoratrici madri e precoci e utilizzo dei fondi esubero per lavoratori con problemi e la reintroduzione delle forme di flessibilità già previste dalla riforma Dini/Treu, consentendo quindi il pensionamento con 64 anni di età e 37/38 di contributi».
Bocciata infine, da Brambilla, l’ipotesi di Quota 41 o la possibilità di fissare a 62 anni la soglia per andare in pensione. Secondo l’esperto previdenziale si tratta di proposte non sostenibili.
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