Sono stati estorti circa 1.050 euro ad un operaio di Bologna. Un vero e proprio ricatto hard che ha anche una denominazione anglofona, Sextortion. Non è affatto il primo caso in Italia: si tratta infatti di una porno vendetta (pensiamo ad esempio ad un fenomeno come il Revenge Porn, molto simile alla Sextortion). L’uomo è stato ricattato prima da una donna, con la quale aveva preso un appuntamento tramite un sito di incontri erotico e poi da un uomo, facente parte della banda criminale.
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Ricatto hard a Bologna, cosa è accaduto
La vittima dell’estorsione, un operaio, ha stabilito un contatto con una donna tramite un sito con l’intenzione di intraprendere, con questa, dei giochi erotici. Ma ciò non è mai avvenuto, poiché l’uomo ha poi deciso di non farne più nulla. Però è troppo tardi: la donna ha cominciato a ricattarlo e obbligandolo a versare 150 euro su una Postepay. Sul telefonino dell’uomo sono anche arrivate delle note vocali in cui era una voce maschile a parlare: questa ha fatto svariate minacce di percosse. Dopo un totale di cinque versamenti, l’uomo ha deciso di denunciare il fatto ai carabinieri di Budrio, i quali insieme ai militari e ai colleghi di Molinella hanno smascherato quella che si è rivelata una banda criminale in piena regola.
Chi c’era dietro le minacce
Chi compone il gruppo dei malviventi accusato di aver commesso il ricatto hard a Bologna? Prima fra tutti una donna di 31 anni, che è stata portata alla Casa di Reclusione di Bollate. Responsabili anche un uomo di 30 anni, ora nella prigione di Busto Arsizio e un ragazzo di 23 anni, che aveva il compito di mettere in cassa le cifre estorte. La procura di Bologna ha disposto una nuova misura di custodia cautelare in carcere per l’uomo e la donna, al ragazzo spetta invece l’obbligo di firma. È comunque prevista la detenzione anche per il giovane.
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