Qualche ora fa, tramite una lettera spedita alle riviste Vanity Fair e Vogue, Maria Sharapova ha dichiarato la sua intenzione di mettere fine alla sua carriera tennistica, senza che nemmeno venga fatto un tour d’addio celebrativo nei vari tornei. La siberiana deve abdicare dopo i tanti problemi alla spalla e i numerosi tentativi falliti di tornare ai livelli che le competono dopo la squalifica per doping.
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Maria Sharapova: una carriera di successi e glamour
Maria Sharapova è stata l’unica vera giocatrice che, almeno a livello mediatico, negli ultimi quindici anni è riuscita a battagliare alla pari con le sorelle Williams. Ciò è stato dovuto a una impressionante precocità tennistica (a 17 anni ha vinto Wimbledon battendo in finale Serena Williams) e a una bellezza sconvolgente che la hanno resa un’icona a livello mondiale.
Il successo nel 2004 a Wimbledon però, più che un punto di partenza, è stato forse il culmine, il punto più alto della carriera della siberiana: infatti, da lì in poi, in sedici anni di carriera Masha non è più riuscita a sconfiggere la più giovane delle sorelle Williams, subendo spesso delle sonore sconfitte. Nonostante ciò, la russa è riuscita nell’impresa di completare il Career Slam, vincendo almeno una volta tutti e quattro i Major oltre a conquistare le WTA Finals del 2004 ed essere numero 1 del mondo per ventuno settimane.
Maria Sharapova non è però solo una sportiva: è una donna d’affari, un’azienda, una diva. Tanti gli uomini che si sono fatti ammaliare dalla venere russa, come Adam Levine, frontman dei Maroon 5 e Grigor Dimitrov, tennista di successo anche lui. Nel 2014, a testimoniare la sua vena affaristica, ha addirittura tentato di modificare il suo cognome, da Sharapova a Sugarpova – nome delle caramelle da lei prodotte – per tutta la durata degli Us Open, in modo da promuovere la vendita di suddetti dolci. Ma proprio la sua bellezza forse le ha impedito di crescere come tennista, di migliorare sempre di più, di cercare di colmare il gap con Serena, facendola sentire arrivata.
Poi nel 2016 lo spartiacque della carriera della Sharapova: viene trovata positiva a un controllo antidoping che la costringe a stare ferma fino ad Aprile 2017. Da lì la russa non è stata più la stessa: tante sconfitte nei primi turni dei tornei, seppure con qualche picco (come la semifinale degli Internazionali di Roma del 2018, conseguita dopo una splendida vittoria contro Jelena Ostapenko in un incontro di tre ore mezza) e tanti stop dovuti ad causa di problemi alla spalla. Di qui la decisione presa oggi: inutile andare avanti a galleggiare in acque che non competono a un’atleta nata per vincere, meglio ritirarsi e dedicarsi ad altro.
La lettera d’addio di Masha: grazie tennis per avermi dato tanto
La lettera di Maria Sharapova è toccante. Descrive la sua passione per il tennis, sport che pratica da quando aveva 4 anni, quando la racchetta era più grande di lei. Suo padre è stato il suo primo esempio: a 6 anni la Sharapova aveva già fatto il giro del mondo con lui. Il tennis è lo sport che l’ha fatta crescere, dato tante soddisfazioni ma anche tante delusioni. La siberiana racconta che agli inizi affrontava sempre avversarie più grandi di lei e che i campioni di questo sport le sembravano dei miti inarrivabili. Poi improvvisamente questi straordinari atleti che lei guardava in televisione ha iniziato a sfidarli. I campi da tennis sono stati la sua casa, con ognuno dei quattro Slam racconta di avere un rapporto speciale e bellissimo.
Ora però è tempo di nuove avventure, di dedicarsi ad altre attività, di stare con la sua famiglia, anche solo di bere il caffè o di mangiare una fetta di pizza senza aver paura di prendere chili. Toccante e di esempio per i più giovani la parte finale della lettera, in cui Masha afferma: “Continuerò ad arrampicarmi, continuerò a crescere“. Un’uscita di scena dalla porta secondaria, che passa quasi in secondo piano, non da vera star quale Maria Sharapova è.
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