Come difendersi dai ladri in casa: ecco cosa dice la legge

Pubblicato il 28 Febbraio 2020 alle 16:15 Autore: Claudio Garau

Ladri in casa e modalità per difendere se stessi, i familiari ed i propri beni da intrusioni ed aggressioni: strumenti di prevenzione e legittima difesa

vigilanza guardie private
Come difendersi dai ladri in casa: ecco cosa dice la legge

I ladri in casa, quanto meno in Italia, non sono purtroppo un’eventualità remota. Se è vero che la tecnologia ha fatto passi da gigante e oggi per i ladri penetrare in un’abitazione è operazione decisamente più ardua che in passato, è altrettanto vero che – secondo quanto emerge dai dati statistici – sono diverse centinaia i furti commessi in media ogni giorno. Vediamo allora di seguito come difendersi dai ladri in casa, ovvero che cosa è consentito opporre a chi, senza alcun titolo per farlo, entra tra le proprie mura domestiche con scopi criminali.

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Ladri in casa: che fare per prevenire il rischio?

Anzitutto va ricordato che chi vive nelle abitazioni ha deciso di installare, in molti casi, dei sistemi anti-intrusione, come testimoniano i dati Censis, ovvero il noto Istituto di ricerca socio-economica italiano fondato nel 1964. Da queste statistiche, infatti, è possibile apprendere che in Italia ormai due famiglie su tre hanno installato una porta blindata, quasi la metà un sistema d’allarme, una su tre inferriate a finestre e/o porte, tre su dieci telecamere di video sorveglianza, vetri anti-intrusione e infissi. In particolare, le telecamere di video sorveglianza risultano essere assai efficaci nel dissuadere i ladri da intrusioni negli spazi privati, essendo generalmente collegate con le centrali operative della Polizia o di uno dei tanti enti di vigilanza privata, come Sicuritalia.

Ma non solo, anche il buon vecchio cane da guardia non è mai passato di moda e non capita di rado di notare, specialmente nei pressi di villini e abitazioni isolate, cartelli (obbligatori per legge) indicanti un animale nelle vicinanze, preposto al controllo dell’area privata.

D’altra parte, chi si avventura in spazi altrui, senza averne avuto autorizzazione e con intento di aggredire e/o rubare, sa o dovrebbe sapere che rischia una sanzione penale di non poco conto: per la legge, il furto in abitazione è infatti un reato sanzionato dal Codice Penale, con la pena della reclusione da quattro a sette anni e con una sanzione in denaro oscillante da un minimo di 927 euro ad un massimo di 1.500 euro (ma la pena può essere incrementata fino a dieci anni di prigione e 2.500 euro di multa, se il reato è realizzato con circostanze gravi, come ad esempio l’utilizzo di armi).

La legittima difesa nel caso i ladri riescano ad entrare: come funziona?

Tuttavia, non sempre i sistemi di prevenzione contro i furti sono efficaci: anche in loro presenza, può succedere che ladri particolarmente abili riescano ad entrare in casa. Ed allora che fare? Come comportarsi in queste delicate e rischiose situazioni?

Le alternative possono essere soltanto due:

  • avvertire quanto prima le forze dell’ordine, segnalando il furto o il tentato furto, in modo che possano intervenire per assicurare giustizia e punire al più presto i ladri;
  • oppure, se ne ricorrono gli estremi, far valere la cosiddetta legittima difesa domiciliare, che appunto permette a proprietari ed inquilini di intervenire per difendere se stessi, i propri familiari ed i propri spazi contro indebite intrusioni, senza aspettare che arrivino le auto della polizia o carabinieri.

In queste ultime circostanze vale insomma il dettato di cui all’art. 52 Codice Penale (“Difesa legittima”), che al comma uno sancisce che “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa“. La legittima difesa (domiciliare) altro non è che una causa di giustificazione dei reati. Ne consegue che, laddove sussistano gli estremi, chi la oppone contro il ladro o i ladri in casa, non commette alcun reato, sebbene in via teorica ed in assenza di ladri in casa, proprio di illecito penale si dovrebbe parlare. Pensiamo ad esempio ai casi di chi, proprietario di un’abitazione, contrasta l’aggressione dei ladri con percosse o lesioni ai danni di questi ultimi: astrattamente sarebbero reati, ma la legittima difesa esclude ogni responsabilità penale del privato che usa violenza per difendersi.

Inoltre l’articolo sulla legittima difesa contro i ladri in casa, al secondo comma, è assai esaustivo e sgombera il campo da eventuali dubbi, affermando che “sussiste sempre il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: a) la propria o la altrui incolumità b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione“.

Ciò che deve essere ben chiaro è il punto seguente: la legittima difesa domiciliare, contro i ladri in casa, ammette anche l’uso delle armi (che comunque debbono essere sempre legittimamente detenute) in sole due tassative ipotesi:

  • il ladro o i ladri stanno usando violenza e stanno compiendo una vera e propria aggressione alla propria persona o ai familiari;
  • il ladro o il ladri stanno, con il loro comportamento, minacciando una imminente aggressione ai danni di chi vive nell’abitazione.

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Insomma, se è evidente che esistono più modi per far desistere i ladri dal compiere l’azione criminosa dentro le proprie mura domestiche, tuttavia le regole della legittima difesa domiciliare si applicano soltanto in base ai presupposti visti poco fa. Ma che fare allora se il ladro o i ladri non compiono gesti violenti o non li minacciano? è possibile lo stesso aggredirli con la forza per sottrargli la refurtiva? Ebbene, astrattamente ciò non è possibile e sarebbe ammesso soltanto il cercare di riappropriarsi del bottino con metodi “ortodossi” e senza aggredire fisicamente il malintenzionato. Tuttavia in caso di reazione (anche violenta) del ladro – certamente assai probabile – tornano ad essere applicabili le norme sulle legittima difesa.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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