Ultimo giro al bancone del Titanic: cosa bevi, a parte il mare?

Pubblicato il 3 Marzo 2020 alle 19:32 Autore: Nicolò Zuliani

Il posto migliore per raccontare la Storia è al bancone di un bar.

Ultimo giro al bancone del Titanic: cosa bevi, a parte il mare?

Molto prima del film che l’ha reso celebre, quando Internet nemmeno esisteva, l’essere umano è sempre stato affascinato dalla nave più famosa del mondo. Ci sono veri e propri esperti del Titanic, personaggi appassionati che non esitano a comprare per 57,000 sterline un orologio da taschino che era a bordo di un sopravvissuto. Qualsiasi cosa provenga da quella nave vale più oro di quel che pesa, e in tanti si sono interrogati sul perché.

Secondo alcuni è stato il muro di Berlino del vecchio mondo. L’Occidente era all’apice della sua potenza ed eleganza; nonostante discriminazioni, ingiustizie e differenze sociali schiaccianti, il primo ‘900 resta un momento della Storia ancora capace di far sognare. Quando il simbolo della disparità sociale affondò il mondo parve andargli dietro.

Tutto questo a bordo del Titanic non lo sapevano, anzi.

Sul Titanic si mangiava e si beveva come se fosse già la belle epoque. Grazie a lettere e cartoline, ai giorni nostri sono arrivate foto degli interni ma anche i menu di alcuni banchetti, che se Lucullo fosse vivo probabilmente invidierebbe. Cene da venti portate innaffiate da fiumi di vino, champagne e distillati, all’epoca ancora legali.

Tra le tante scene drammatiche del film di James Cameron la più citata è anche storica; Guggenheim che rifiuta di salire a bordo della scialuppa per lasciar posto alle donne, e indossa il suo tailcoat migliore per passare l’ultima notte della sua vita a bere davanti al caminetto, guardando l’acqua salire e la nave inclinarsi.

White tie, colletto diplomatico, cilindro e sciarpa di seta. Così se ne va un Re.

Mi giudico talmente bene da sperare che, dovendo scegliere tra la mia vita e quella di mia moglie, farei lo stesso. Così mi sono domandato cosa berrei al posto di Guggenheim. Il bar era ben fornito, per l’epoca, ma già nel 1900 i cocktail avevano le loro mode.

Durante un banchetto, per esempio, sappiamo che tra una portata e l’altra veniva servito il punch a la Romaine, una specie di gin fizz ante litteram: rum, limone, arancio, zucchero e champagne. Buono e rinfrescante, ma non sarebbe certo la mia prima scelta se sto per morire affogato o per ipotermia.

Sappiamo che erano state imbarcate 15,000 bottiglie di birra, 1000 bottiglie di vino e 850 liquori. Di quest’ultimi, però, è difficile trovare il nome. Per sicurezza, affidandosi alle vecchie reclame dell’epoca, possiamo dire senza sbagliare che è probabile a bordo ci fossero DOM Benedictine, Chartreuse verde o giallo, rye whisky, vermouth e altri liquori perduti nel tempo.

Forse questi ingredienti avranno fatto alzare il sopracciglio ai conoisseur che avranno gridato “un Monte Cassino!”, che è senza dubbio un grande cocktail, ma inventato nel 2010. I cocktail storici sono semplici.

Penso l’ultimo cocktail sul Titanic sia stato un Frisco sour. Rye, Benedictine e limone shakerati. Uno dietro l’altro, guardando l’acqua salire, e pregustando il contrasto che si sentirà in bocca tra l’acqua salata gelida e il dolce del Benedictine.

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
Tutti gli articoli di Nicolò Zuliani →