“Faccio una proposta. Ritiriamo dall’Iraq il nostro contingente militare che ci costa 460 milioni di euro l’anno e destiniamo questi soldi per aiutare le fasce più deboli della popolazione colpite dal coronavirus”. In quest’intervista concessa a Termometro Politico, il leader del Partito Comunista, Marco Rizzo, illustra la sua personale ricetta per trovare fondi da destinare ad imprese e famiglie italiane colpite dal coronavirus.
D. “Perché ritirare proprio il contingente italiano in Iraq?”
R. L’Iraq è uno dei tanti Paesi che ha vietato l’ingresso ai viaggiatori italiani. Il governo dovrebbe cogliere la palla al balzo e far rientrare i soldati italiani. Si tratterebbe di una prima risposta concreta per aiutare imprese e famiglie in difficoltà.
D. Il premier Conte ha promesso che chiederà più flessibilità all’Europa. Lei non crede che Bruxelles ci concederà più flessibilità per affrontare questa emergenza?
R. L’Europa ha mostrato il suo vero volto, anche in questo frangente: rigorosa sui costi finanziari e assolutamente assente quando si parla di assistenza e di coordinamento. Ogni Paese ha attuato delle politiche diverse per affrontare il coronavirus. L’Italia aveva chiuso i voli aerei dalla Cina ma intanto chi arrivava dalla Cina poteva tranquillamente passare da Berlino, Parigi e Dubai e giungere nel nostro Paese.
D. Il Governo come sta gestendo l’emergenza coronavirus?
R. Il coronavirus è un problema serio che va assolutamente gestito. Quello che imputo al governo è di aver sbagliato comunicazione. Troppo sopra le righe. Questo ha generato il panico tra la popolazione e ha avuto un effetto negativo per il Paese. Adesso in Europa e nel mondo veniamo considerati un posto da evitare. Il tutto ha un impatto negativo sulla nostra economia e sul turismo. Adesso il governo ha abbassato i toni ma intanto il danno è stato fatto.
D. Domenica ci sono state le elezioni suppletive per il collegio di Roma Centro. Il Partito Comunista, con lei candidato, ha ottenuto il 2,6%. Un buon risultato?
R. Vorrei partire da un dato. Nel 2018, nello stesso collegio in cui si è votato domenica, il Partito Comunista aveva preso lo 0,37%. Oggi il 2,6%. Siamo l’unica vera forza di sinistra ad aver aumentato i voti. Siamo cresciuti e cresceremo ancora grazie all’originalità del nostro messaggio che è completamente diverso da una sinistra che strizza l’occhio alle banche. In alcuni quartieri storici di Roma Centro, rione Colonna e Pigna ad esempio, abbiamo doppiato il M5S.
D. Il Movimento 5 Stelle pare in crisi ovunque. È destinato a scomparire?
R. Rimanendo sulle suppletive di Roma, nel 2018 i Cinque Stelle avevano preso il 17,19%, ora il 4,3%. È un dato di fatto che sono in caduta libera. I Cinque Stelle pagano il non aver rispettato il loro programma elettorale che prevedeva il no alla Tav, il no al Tap, la riconversione dell’Ilva. Ormai sono diventati un’appendice del Pd.
D. Delle Sardine cosa pensa? In passato aveva utilizzato toni duri contro Mattia Santori e i suoi compagni.
R. Le Sardine sono una low cost del Pd. Sono nate come brand per rivitalizzarne un altro in decrescita, quello dei Benetton. Io non sarei mai andato a casa dei Benetton e nemmeno sarei andato a prendermi un caffè con Oliviero Toscani.
D. Non pensate ad accordi o alleanze con altri attori di sinistra per le prossime elezioni?
R. No, nella maniera più assoluta. Correremo e cresceremo da soli. Noi non costruiamo un partito guardando alle elezioni. Abbiamo una nostra linea politica, un nostro simbolo. Noi siamo l’unico argine alla destra sovranista di Salvini e al Pd che guarda alle banche.
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